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Ulmus laevis Pall.
L’olmo bianco è una specie tipicamente centro-europea: il suo areale
si estende dai Pirenei agli Urali, a nord arriva fino alla Finlandia
meridionale. In Italia è raro al nord e assente sull’Appennino. Come
gli altri olmi è spesso governato a ceduo per la buona capacità
pollonifera e per il fatto che il tronco è raramente diritto e cilindrico.
Come altre specie congeneri, è sensibile alla grafiosi. Il nome
specifico ‘laevis’ significa ‘liscio’ come la pagina superiore delle
foglie; il termine italiano ‘cigliato’ allude alle ciglia circondanti l’ala
della samara, che ne agevolano il trasporto per mezzo del vento.
All’Orto Botanico è presente un solo esemplare di olmo bianco: ha
portamento arboreo e si presenta come una pianta abbastanza
imponente, di circa 15 metri d’altezza. Il fusto è massiccio,
irregolare e nodoso, ramificato già da una media altezza.
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Fiori e frutti subsessili. Frutti non cigliati al margine
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Rami giovani pelosi. Foglie con 12-18 nervi secondari per lato. Seme situato verso il
centro del frutto
Ulmus glabra Huds.
Specie europeo-caucasica presente in tutta Italia salvo che in
Sardegna e in Basilicata dal livello del mare alla fascia montana.
Cresce in boschi misti mesofili. Negli ultimi decenni gli olmi
nostrani sono stati colpiti dalla grafiosi, causata dal fungo
ascomicete Ceratocystis ulmi; il micelio, veicolato da coleotteri
Scolitidi che scavano gallerie tra il legno e la corteccia, provoca la
chiusura dei vasi conduttori e quindi l'essiccazione della pianta. Il
nome generico era già in uso presso i Romani, quello specifico
allude non alle foglie (che sono pelose) ma alla scorza che rimane
per molti anni liscia. Il legno resiste bene all’acqua ed è facile da
lavorare, pertanto è molto utilizzato nella costruzione di mobili, di
porte e nella produzione di compensato; è però di qualità inferiore
rispetto a quello di U. minor.
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Rami giovani glabri o quasi. Foglie con 7-12 nervi secondari per lato. Seme situato verso
l'apice del frutto
Ulmus minor Mill. subsp. minor
L'olmo comune è un albero sudeuropeo presente con 2 sottospecie in
tutta Italia dal livello del mare alla fascia montana inferiore. Cresce
in boschi e siepi su suoli argillosi, ricchi in basi e in composti
azotati, da freschi a periodicamente sommersi, con Populus alba,
Populus nigra etc. Il nome generico era già in uso presso i Romani,
quello specifico allude alla minore dimensione delle foglie rispetto
all'olmo montano. Negli ultimi decenni gli olmi nostrani (campestre
e montano) sono stati colpiti da una grave malattia, la grafiosi,
causata dal fungo ascomicete Ceratocystis ulmi; il micelio di questo
fungo, veicolato da coleotteri Scolitidi che scavano gallerie tra il
legno e la corteccia, provoca la chiusura dei vasi conduttori e quindi
l'essiccazione della pianta. In passato la corteccia, ricca di tannini e
sostanze coloranti, veniva usata per tingere di giallo le lane e le
conce speciali. È di dimensioni minori rispetto a U. glabra, per
questo è una specie più adatta ad ambienti cittadini; lo troviamo
anche nel Giardino Ducale.
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Foglie almeno 3.5 volte più lunghe che larghe
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Foglie meno di 3.5 volte più lunghe che larghe
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