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Il pittosporo è originario dal Giappone meridionale; ne è
documentata la presenza in Italia dal 1820. In Italia è ampiamente
utilizzato lungo i litorali e nelle zone con clima mite. Viene piantato
come arbusto ornamentale e per formare siepi lungo le coste poichè
è molto resistente alla salinità. Il nome generico deriva dal greco
‘pitta’, pece e ‘sporos’, seme, che significa: 'semi a rivestimento
resinoso', quello specifico deriva dal nome popolare in Giapponese:
‘tobera’. All’Orto Botanico cresce un piccolo alberello (portamento
molto più raro di quello arbustivo).
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Foglie non spatolate, più larghe al centro
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Foglie solitamente più lunghe di 10 cm. Fiori e frutti disposti in racemi cilindrici. Petali 5
Prunus laurocerasus L.
Originario di un’area che si estende dall’Europa sudorientale al
Caucaso, il lauroceraso è stato diffuso a scopo ornamentale nel resto
dell’Europa nel XVI secolo. È molto utilizzato, in diverse cultivar,
per la costruzione di siepi divisorie a foglie persistenti e a rapido
accrescimento. È una specie rustica, molto adattabile che in Italia
tollera bene il freddo, i diversi tipi di terreno e le potature. Tutta la
pianta (eccetto la polpa dei frutti) e in particolare le giovani foglie
contengono sostanze tossiche. Il nome generico era già in uso presso
i Romani. Il nome specifico allude alle foglie che richiamano quelle
dell’alloro e ai frutti che richiamano le ciliegie. All’Orto Botanico vi
sono molti esemplari di lauroceraso: quelli di maggiori dimensioni
sono situati lungo la cancellata che lo divide da Viale Caduti in
Guerra e vicino al muro dell’Accademia Militare, tutti con
portamento arbustivo-cespuglioso, con fusto diviso e ramificato fin
dalla base. L’unico esemplare con portamento arboreo, con fusto
sinuoso, si trova nella parte Nord di fianco al fossato didattico.
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Foglie solitamente più brevi di 10 cm. Fiori e frutti disposti all'ascella delle foglie. Petali 4
Ilex aquifolium L.
Specie subatlantica presente in Europa e Asia Minore, diffusa in
tutta Italia in boschi misti mesofili, con optimum nella fascia
montana. L'agrifoglio è una pianta magica fin da prima dell'avvento
del Natale cristiano; i Celti ritenevano che proteggesse dai demoni e
portasse fortuna e la usavano per decorare le abitazioni, tradizione
poi passata ai popoli cristiani durante il periodo natalizio. Le foglie e
soprattutto i frutti sono fortemente tossici. All’Orto Botanico
l’esemplare di agrifoglio situato sulla Montagnola è quello dalle
dimensioni maggiori, nonché il più vetusto. Su questo esemplare è
possibile osservare in maniera evidente il fenomeno del dimorfismo
fogliare: le foglie tendono infatti ad arrotondare i pronunciamenti
spinosi all’apice della chioma.
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Margine della foglia dentato o dentellato
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Margine della foglia intero
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Foglie più lunghe di 15 cm. Frutti avvolti da un riccio spinoso
Castanea sativa Mill.