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Pianta nativa della Cina, introdotta in Europa e in Nord America agli
inizi del XIX secolo e oggi molto apprezzata dal punto di vista
ornamentale per ornare pergoli e gazebo, grazie alle cascate di fiori
che vanno formandosi a fine inverno-inizio primavera. Tutte la parti
della pianta contengono un composto tossico chiamato wisterina,
che provoca problemi gastrointestinali come nausea, diarrea e
vomito. Il nome generico è dedicato a G. Wistar (1761-1818),
studioso americano di Filadelfia, quello specifico allude all’origine
cinese della specie. All’Orto Botanico vi sono due esemplari di
glicine: uno si trova lungo il muro che cinge la Montagnola, di
fronte all’Aula storica, l’altro lungo il muro che divide l’Orto
Botanico dall’Accademia Militare. Quest’ultimo è quello di
maggiori dimensioni: servendosi di Quercus robur come supporto si
arrampica per circa 15 metri d’altezza.
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Albero o arbusto. Fiori rosa. Infiorescenze non pendule
Cercis siliquastrum L. subsp. siliquastrum
L'albero di Giuda, originario del Mediterraneo orientale, è spesso
coltivato in parchi e giardini con una certa tendenza ad
inselvatichirsi in luoghi rocciosi, soprattutto su substrati calcarei. Il
nome del genere deriva dal greco antico 'kerkis', navicella, in
riferimento alla forma del frutto; anche il nome specifico, che deriva
dal latino 'siliqua', si riferisce alla forma allungata del legume. Il
nome comune è “albero di Giuda”; tale nome è probabilmente una
storpiatura di “albero della Giudea” (regione in cui era molto
diffuso). Da quanto raccontato nei Vangeli a proposito del
tradimento di Giuda, sarebbe l’albero su cui il discepolo si impiccò.
Originario dell’area mediterranea, è una pianta che tende a crescere
spontaneamente anche all’interno dell’Orto Botanico. Essendo
presente con più di un esemplare, si riportano nella mappa i due più
significativi: entrambi si trovano alla base della Montagnola, di
fianco alla serretta caldo-umida. Si tratta di piccoli alberelli, in
quanto esemplari ancora molto giovani.
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Fiori gialli
Cornus mas L.
Il corniolo è una specie pontico-mediterranea-orientale presente in
tutta l'Italia continentale con optimum nella fascia submediterranea.
Cresce nei boschi termofili a carpino nero e roverella, nei loro
mantelli e nelle siepi, su suoli non molto profondi, sia calcarei che
arenacei, con altre specie di mantello come Ligustrum vulgare, Rosa
canina, Euonymus europaeus, etc. Il nome generico deriva dalla
radice indoeuropea 'kar' (duro), da cui anche il latino 'cornus'
(corno), e allude alla durezza del legno; il nome specifico, che in
latino significa 'maschile', quindi 'forte', 'robusto', fu usato per
contrapporlo al Cornus sanguinea, chiamato da Plinio 'Cornus
femina'. La precoce fioritura gialla spicca nella vegetazione in abito
ancora invernale. I frutti possono essere consumati freschi oppure
utilizzati nella preparazione di marmellate. Il legno, assai duro, è
ricercato per la costruzione di piccoli utensili come pestelli da
mortaio, ingranaggi dei mulini, etc.; gli antichi Romani lo
impiegavano per la fabbricazione delle aste dei giavellotti. All’Orto
Botanico è presente un solo esemplare nella zona Sud del Parterre-
Scuola: è un alberello alto circa 3 metri, che presenta in primavera i
caratteristici fiori gialli sui rami nudi, che anticipano la comparsa
delle foglie.