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È presente in tutta Italia sino alla fascia montana. Appare anche in
forme inselvatichite che si avvicinano alla specie selvatica M.
sylvestris, da alcuni autori non considerata veramente distinta.
Queste forme crescono nelle siepi, su suoli argillosi freschi, ricchi in
basi e in composti azotati, con Cornus sanguinea, Ligustrum
vulgare, Prunus spinosa etc. Specie coltivata ormai da 3000 anni, fu
introdotta in Gran Bretagna dai Romani, esperti nelle pratiche di
innesto e potatura, e quindi in grado di produrre frutti migliori. A
partire dal XVII secolo è stato attribuito un nome alle varietà per
identificare i frutti con certezza: oggi si contano oltre 2000 varietà.
Le mele si conservano bene e a lungo, spesso erano l’unico frutto
disponibile in inverno. Sono utilizzate come frutti freschi, per fare il
sidro, per produrre succhi di frutta non fermentati, dessert e gelatine.
Il melo è una specie suscettibile a molte malattie, tra cui la scabbia e
la ruggine, e all’attacco di parassiti e numerosi insetti.
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Fiori a simmetria bilaterale. Frutto un legume
Spartium junceum L.
La ginestra odorosa è una specie mediterranea, spontanea in tutte le
regioni d'Italia salvo che in Valle d'Aosta e in Trentino-Alto Adige
ove è stata introdotta per scopi ornamentali e talvolta inselvatichita;
ha l'optimum nella fascia mediterranea, ma appare anche in stazioni
calde della fascia submediterranea. Forma spesso arbusteti
monodominanti su suoli limoso-argillosi ricchi in scheletro, aridi
d'estate, da subacidi a neutri. I rami sottili venivano utilizzati per la
costruzione delle 'friscelle', cioè le forme per la ricotta e il
formaggio. È una pianta molto apprezzata dal punto di vista
ornamentale per la notevole bellezza durante la fioritura. L’Orto
Botanico possiede un esemplare di ginestra coltivato nel Parterre-
Scuola.
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Fiori non a simmetria bilaterale. Frutto diverso da un
legume
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Foglie finemente cigliate al margine (guardare una foglia controluce!). Fiori senza petali
Fagus sylvatica L. subsp. sylvatica
Il faggio è un albero europeo che domina le foreste della fascia
montana dalle Alpi alla Sicilia (in Sardegna è presente solo nei
rimboschimenti artificiali). La specie ha grande importanza forestale
ed economica per il legname duro e di colore roseo, che si lavora
facilmente ed è impiegato per fabbricare mobili, traversine
ferroviarie, lavori da intaglio e per produrre cellulosa. Il legno e il
carbone sono ottimi combustibili, tanto che in passato il mestiere del
'carbonaio' era molto diffuso sulle montagne appenniniche. I semi
venivano un tempo utilizzati sia per l’alimentazione umana che degli
animali domestici, soprattutto maiali, ma sono debolmente tossici
per saponine e acido ossalico. All’Orto Botanico sono presenti due
esemplari di faggioAll’Orto Botanico sono presenti due esemplari di
faggio (il più vetusto morì alcuni anni fa): uno di piccole dimensioni
coltivato in vaso, l’altro (varietà purpurea) presente nella parte
Nord-Est dell’Orto. Si tratta di un esemplare abbastanza massiccio e
imponente con portamento colonnare; un tempo presentava una
colorazione rossiccia delle foglie, mentre ora ha perso questa
caratteristica.
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Foglie non cigliate al margine. Fiori con petali
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Foglie senza picciolo o con picciolo più breve di 5 mm. Frutto secco