142
517
Capolini disposti in racemi semplici allungati, su fusti
senza vere e proprie foglie. Involucro dei capolini o frutti
senza aculei o uncini
518
517
Capolini non disposti in racemi semplici allungati. Fusti
fioriferi fogliosi. Involucro dei capolini o frutti con aculei
o uncini
520
518
Foglie verdi su entrambe le facce
Petasites hybridus (L.) G.Gaertn., B.Mey. & Scherb. subsp. hybridus
Specie eurasiatica presente in quasi tutte le regioni d'Italia salvo che in
Sardegna. La distribuzione regionale si estende su quasi tutto il territorio,
con qualche lacuna nella bassa pianura friulana presso le coste; in Carso è
piuttosto rara. Forma spesso popolazioni dominanti lungo i corsi d'acqua,
nei prati umidi e presso le sorgenti, su suoli limoso-argillosi spesso
inondati, umiferi, ricchi in basi e composti azotati, dal livello del mare
sino alla fascia montana. La pianta era spesso usata a scopo medicinale,
anche se le foglie ed i rizomi sono velenosi per la presenza di alcaloidi
epatotossici. Il nome generico deriva dal greco 'petasos' (cappello), per le
grandi foglie spesso usate come cappello dai bambini. Forma biologica:
geofita rizomatosa. Periodo di fioritura: marzo-maggio.
518
Foglie verdi di sopra, bianco- o grigio-pelose di sotto
519
519
Foglie a contorno reniforme e margine doppiamente dentato. Fiori biancastri. Involucro
dei capolini verde
Petasites albus (L.) Gaertn.
Specie a vasta distribuzione eurasiatica presente in tutte le regioni
dell'Italia centro-settentrionale ed in Calabria. La distribuzione regionale è
di tipo alpico-carsico e si estende dal Carso triestino (ove la specie è rara)
a tutte le aree montuose del Friuli, con stazioni nelle aree magredili
dell'alta pianura friulana. Cresce nei boschi umidi, in radure boschive,
scarpate, vallecole umide, su suoli freschi e ricchi in composti azotati, con
optimum nella fascia montana. I rizomi contengono alcaloidi epatotossici.
Il nome generico deriva dal greco 'petasos' (cappello), per le grandi foglie
spesso usate come cappello dai bambini; il nome specifico, dal latino
'albus' (bianco) allude al colore dei fiori. Forma biologica: geofita
rizomatosa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
519
Foglie a contorno triangolare-astato, con dentatura semplice. Fiori violetti (raramente
biancastri). Involucro rossastro
Petasites paradoxus (Retz.) Baumg.
Specie delle montagne dell'Europa meridionale, presente in Italia lungo
tutto l'arco alpino e nelle pianure antistanti, salvo che in Liguria, dalla
fascia submediterranea a quella subalpina, con optimum nella fascia
montana. La distribuzione nella nostra regione copre quasi tutto il
territorio, con lacune nella bassa pianura friulana e nel Carso. Cresce su
pendii franosi, lungo i greti dei torrenti e su ghiaioni, su substrati calcarei
o dolomitici. Il nome generico deriva dal greco 'petasos' (cappello), per le
grandi foglie spesso usate come cappello dai bambini. Forma biologica:
geofita rizomatosa. Periodo di fioritura: marzo-maggio.
520
Fiori non violetti. Involucro dei capolini non uncinato. Frutti uncinati, senza pappo
Xanthium orientale L. subsp. italicum (Moretti) Greuter
Specie esotica naturalizzata a distribuzione subcosmopolita presente in
tutta Italia al di sotto della fascia montana inferiore. Nella nostra regione è
diffusa dalla costa ai fondovalle, mentre è assente nella parte più interna;
in Carso è piuttosto comune ma con molte lacune. Cresce in vegetazioni
ruderali di litorali sabbiosi, nei coltivi soprattutto irrigui, in discariche e
margini di strade, su suoli da limoso-argillosi a sabbiosi, umidi e talvolta
inondati, ricchi in composti azotati. Il nome generico, dal greco 'xanthós'
(giallo), deriva dall'uso per tingere i capelli in biondo, riferito già da
Dioscoride. Forma biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura: luglio-
ottobre.