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Alberi o arbusti più alti di 2 m a maturità
71
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Foglie verdi di sopra, bianco-pelose di sotto
Populus alba L.
Il pioppo bianco è un albero a distribuzione paleotemperata presente in
tutta Italia al di sotto della fascia montana inferiore. Nella nostra regione è
concentrato nella parte meridionale, con singole stazioni nei fondovalle
delle Alpi; in Carso è abbastanza diffuso ma comune solo nelle aree
umide presso la costa. Forma boschetti, a volte lungo corsi d'acqua ed in
aree palustri, su suoli limoso-argillosi profondi e ricchi in basi, a volte
periodicamente sommersi. Dal legno si ottiene un'ottima pasta da carta; è
impiegato anche nella fabbricazione di fiammiferi, compensati, truciolati.
Il portamento maestoso lo rende adatto a scopo ornamentale per parchi e
giardini. Il nome generico, di etimologia incerta, era già in uso presso gli
antichi Romani; il nome specifico deriva dal latino 'albus' (bianco) e
allude al colore chiaro della faccia inferiore delle foglie e della corteccia.
Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: febbraio-marzo.
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Foglie verdi su entrambe le facce
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Fiori con petali. Frutto carnoso
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Fiori senza petali. Frutto secco
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Petali rosa. Foglie almeno 3 volte più lunghe che larghe. Frutto vellutato (pesca)
Prunus persica (L.) Batsch
Il pesco, originario della Cina, fu introdotto in Persia (da cui il nome) e da
lì a Roma nel I secolo d.C., diffondendosi in tutto il bacino del
Mediterraneo. In Egitto il frutto era sacro ad Arpocrate, il dio del silenzio
e dell'infanzia (infatti tutt'oggi si paragonano le guance dei bambini alle
pesche). In Europa è usato sia come pianta da frutto che come pianta
ornamentale. È ampiamente coltivato in tutta Italia, e spesso
rinselvatichito in arbusteti e cedui di latifoglie, dal livello del mare ai 600
m circa. Anche nella nostra regione è coltivato e spesso rinselvatichito
nelle parti più calde del territorio (Carso e pianura friulana); in Carso
appare sporadicamente lungo strade, nelle siepi, in boschetti disturbati,
nelle discariche e presso gli abitati, su suoli argillosi piuttosto asciutti e
abbastanza ricchi in composti azotati. Il nome generico, già in uso presso
i Romani, è di etimologia incerta; quello specifico allude al territorio da
cui la pianta fu introdotta in Europa. Forma biologica: fanerofita
cespitosa/fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
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Petali bianchi. Foglie meno di 3 volte più lunghe che
larghe. Frutto glabro
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Foglie pelose di sotto, più brevi di 10 cm. Frutto con numerosi semi (mela)
Malus pumila Mill.
Il melo, originario dell'Europa ed Asia occidentale per ibridazione con
altre specie, è coltivato in tutta Italia sino alla fascia montana. Nella
nostra regione è coltivato ovunque; in Carso è comune. Appare anche in
forme inselvatichite che si avvicinano alla forma selvatica da alcuni autori
trattata come specie distinta,
M. sylvestris
. È una delle piante da frutto più
coltivate e diffuse; la mela viene definita 'falso frutto' in quanto si
sviluppa dal ricettacolo, mentre il vero frutto sarebbe il torsolo, che si
forma dall'ovario. Il nome generico è quello già utilizzato dai Romani;
quello specifico in latino significa 'piccolo', 'nano'. È noto anche come
Malus domestica
Borkh., in tal caso il nome specifico allude alla sua
coltivazione presso le case. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo
di fioritura: aprile-maggio.
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Foglie glabre o quasi di sotto, di solito più lunghe di 10 cm. Frutto con un solo seme
(ciliegia)
Prunus avium L. subsp. avium
Il ciliegio è oggi divenuto subcosmopolita per coltivazione in diverse
varietà. L'areale originario dovrebbe essere il territorio che va dal
Caucaso ai Balcani; l'ingentilimento e la messa a coltura sono iniziati