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meridionale; in Carso è divenuta frequentissima negli ultimi decenni. È
una pianta pioniera effimera favorita da ghiaie superficiali, che si instaura
su terreni smossi nei cantieri e lungo le strade; colonizza anche i greti dei
torrenti, dal livello del mare sino alla fascia montana inferiore. È una
delle più pericolose piante allergeniche: ogni esemplare può produrre più
di un miliardo di granuli pollinici. Il nome generico è quello del cibo
degli dei nella mitologia classica, anche se le specie di questo genere non
sono commestibili; il nome specifico allude alla somiglianza delle foglie
con quelle di alcune specie di
Artemisia
. Forma biologica: terofita
scaposa. Periodo di fioritura: luglio-settembre.
279
Segmenti fogliari lineari. Capolini con involucro globoso
Centaurea dichroantha A. Kern.
Specie a distribuzione ristretta, dal Friuli alle montagne della Slovenia, in
regione diffusa su quasi tutto il territorio, con lacune nella parte
settentrionale delle Alpi Carniche, nella bassa e media pianura friulana e
nel Carso, ove è molto rara e localizzata. Cresce soprattutto sui greti
calcarei dei torrenti prealpini, dalla pianura alla fascia montana inferiore.
Il nome generico, di antico uso, è di etimologia incerta: potrebbe riferirsi
al mitologico centauro Chirone oppure essere assonante con il greco
'kéntron' (pungolo) per la forma dei boccioli. Forma biologica:
emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: agosto-settembre.
279
Segmenti fogliari non lineari. Capolini con involucro
cilindrico
280
280
Fiori ligulati presenti. Pianta perenne
Jacobaea erucifolia (L.) G.Gaertn., B.Mey. & Scherb. subsp. erucifolia
Specie eurasiatica presente con diverse sottospecie in tutte le regioni
dell'Italia continentale (salvo forse che in Valle d'Aosta e Calabria, e
segnalata erroneamente in Trentino-Alto Adige), al di sotto della fascia
montana inferiore (fino a circa 1000 m nelle regioni meridionali). La
distribuzione regionale si estende, con vaste lacune, dal Carso triestino
alla pianura friulana, con stazioni nei fondovalle delle Prealpi Giulie
settentrionali. Cresce in incolti e prati umidi, radure boschive ed ambienti
ruderali su suoli fangosi umidi. La pianta è tossica per la presenza di
alcaloidi ad azione lenta ma molto dannosa per il fegato e cancerogena,
che possono anche passare al miele ed al latte. Il nome generico sembra
riferirsi a S. Giacomo, quello specifico significa 'a foglie di rucola'. Forma
biologica: emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: luglio-settembre.
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Fiori ligulati assenti. Pianta annua
Senecio vulgaris L.
Specie originariamente eurasiatica oggi divenuta subcosmopolita,
presente in tutta Italia dalla costa alla fascia subalpina. Nella nostra
regione è ampiamente diffusa è comune; in Carso è comunissima
ovunque. Cresce in vegetazioni ruderali e segetali, ai margini di strade, in
coltivi, orti, giardini, discariche, radure boschive, su suoli argillosi ricchi
in composti azotati. La pianta è tossica per la presenza di alcaloidi ad
azione lenta ma molto dannosa per il fegato e cancerogena, che possono
anche passare al miele ed al latte. Il nome generico deriva dal latino
'senex' (vecchio), alludendo ai pappi biancastri dei frutti o alla pelosità
grigia di molte specie. Il nome specifico deriva dal latino 'vúlgus' (volgo)
e significa 'comune, diffuso, frequente'. Forma biologica: terofita scaposa.
Periodo di fioritura: gennaio-dicembre.
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Almeno i fiori ligulati bianchi
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281
Nessun fiore di colore bianco
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282
Capolini solitari. Ricettacolo con pagliette avvolgenti la base del frutto (togliere tutti i
fiori ed usare la lente!)
Anthemis arvensis L. subsp. arvensis