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Il lauroceraso è originario dell'Asia Minore e dell'Europa sud-
orientale; è stato diffuso a scopo ornamentale nel resto dell’Europa
nel XVI secolo. In Italia, ove la sua presenza è documentata dal
1558, è ampiamente diffuso a scopo paesaggistico-ornamentale
soprattutto per siepi sempreverdi, grazie alla sua robustezza ed
adattabilità alle potature frequenti. Tende raramente a
spontaneizzarsi senza però diventare invasivo; è segnalato come
specie avventizia in Italia centro-settentrionale (salvo che in Valle
d'Aosta e Friuli Venezia Giulia) e Abruzzo (non ritrovato in tempi
recenti in Campania), dal livello del mare ai 300 m circa. Tutte le
parti della pianta contengono elevate quantità di glicosidi
cianogenetici ad azione tossica. Il nome generico, già in uso presso
i Romani, è di etimologia incerta; quello specifico allude alle foglie
che richiamano quelle dell'alloro e ai frutti che richiamano le
ciliegie. Forma biologica: fanerofita scaposa/fanerofita cespitosa.
Periodo di fioritura: aprile-maggio.
48
Foglie sempreverdi, coriacee, non cigliate al margine
49
48
Foglie decidue, non coriacee, cigliate al margine (guardare
una foglia in controluce!)
51
49
Foglie più brevi di 10 cm. Fiori senza petali. Frutto secco (ghianda)
Quercus ilex L. subsp. ilex
Il leccio è l'albero mediterraneo per eccellenza, presente allo stato
spontaneo in tutte le regioni d'Italia salvo che in Valle d'Aosta, ma
molto più abbondante nell'Italia mediterranea. È la specie
dominante nei residui boschi di sclerofille sempreverdi della
macchia mediterranea, su suolo preferibilmente acido; ai margini
dell'areale cresce anche nei boschi decidui o in habitat rupestri in
siti caldo-aridi, su suoli calcarei primitivi e ricchi in scheletro. Ha
limitati impieghi artigianali, essendo il legno molto duro e resistente
alle alterazioni ma difficile da lavorare e stagionare; viene
comunque usato per oggetti sottoposti a forti sollecitazioni e usura,
come parti di attrezzi agricoli, pezzi per torchi, presse e
imbarcazioni, ecc. La corteccia è usata per la concia delle pelli,
perché ricca in tannini. Le ghiande sono impiegate
nell'alimentazione dei maiali; un tempo venivano usate anche
dall'uomo, torrefatte, come surrogato del caffè. Il nome generico,
già in uso presso gli antichi, è di etimologia incerta, potrebbe
derivare da due parole celtiche, 'kaer' e 'quer' (bell'albero), cioè
'l'albero per eccellenza'; secondo altri deriva dal greco, indicando il
legno ruvido delle piante di questo genere; il nome specifico, che
forse deriva da una radice celtica che significa 'punta', è quello dato
dai Romani all'agrifoglio, per la frequente presenza anche nel leccio
di foglie subspinose. Forma biologica: fanerofita scaposa (fanerofita
cespitosa). Periodo di fioritura: aprile-giugno.
49
Foglie più lunghe di 10 cm. Fiori con petali. Frutto
carnoso
50
50
Foglie completamente prive di peli. Fiori e frutti disposti in racemi eretti
Prunus laurocerasus L.