42
Famiglia
Moraceae.
Nome comune
Gelso nero.
Area
d'origine
Asia centrale e orientale.
Etimologia
Il nome
generico Morus è il sostantivo latino usato da Plinio e
Ovidio per indicare il gelso. Potrebbe derivare dal greco
µορέα (moréa), nome del gelso. Il nome specifico nigra fa
riferimento al colore dei frutti.
Descrizione
Albero
caducifoglio, caratterizzato da rami robusti e grossolani,
alto fino a 15 m, presenta tronco brunastro e chioma densa
ed arrotondata. Le foglie di forma ovato-cordate hanno
margine dentato, la pagina superiore è ruvida e di colore
verde scuro, la pagina inferiore è più pallida e pubescente
e con picciolo di 2 cm. I fiori maschili disposti in spighe
cilindriche di 2-4 cm e quelli femminili in glomeruli
ovoidali, sono di colore verde pallido. Il frutto, chiamato
sorosio, è costituito da piccole bacche carnose, che
inizialmente verdi assumono a maturità un colore rosso-violaceo tendente al nero ed un sapore dolce.
Periodo
di fioritura
Aprile.
Coltivazione
Pianta frugale e rustica che resiste discretamente al freddo.
Uso
Nell'Europa
meridionale inizialmente veniva coltivata per la produzione dei frutti, oggi è maggiormente usata come pianta
ornamentale. In Sicilia, il frutto è utilizzato sia come frutto da tavola, che come ingrediente e guarnizione per
dolci, quali la granita di gelsi.
Curiosità
Come testimoniato da Plinio il Vecchio e Ovidio, già i Romani ne
conoscevano i frutti. Ovidio li menziona nella narrazione della tragica storia dei due giovani amanti
babilonesi, Piramo e Tisbe. Anticamente questi frutti erano anche apprezzati come panacea, infatti se ne
ricavavano diversi medicamenti ritenuti miracolosi. Il succo è fortemente colorante e difficile da pulire.
89
Foglie disposte in verticilli di 3 (3 foglie che originano dallo stesso punto del fusto)
Aloysia triphylla (L'Her.) Britton
Famiglia
Verbenaceae.
Sinonimi
Lippia triphylla (L'Hér.)
O. Kuntze; Verbena triphylla L'Hér; Zapania citriodora
Lam.; Lippia citriodora Kunth.
Nome comune
Citronella.
Area d'origine
Cile.
Descrizione
Arbusto deciduo, alto
fino a 1,5 m, con rami angolari. Le foglie, ravvicinate in
gruppi di 3, sono lanceolate, appuntite all'apice, con
margine lievemente seghettato, di colore verde chiaro,
ricche di ghiandole secernenti un olio essenziale dal
caratteristico odore di limone. I fiori, riuniti in pannocchie
terminali, sono piccoli, di colore viola chiaro, con corolla
bilabiata, poco più lunga di 1 cm.
Periodo di fioritura
Fiorisce in estate, da Giugno ad Agosto, talora fino
all'autunno nelle regioni a clima mite.
Coltivazione
Pianta
semirustica, si coltiva all'aperto nelle regioni a clima mite,
altrove in serra fredda. Predilige esposizioni soleggiate e
riparate, terreno leggero, fertile, ben drenato. Si moltiplica
per talea di fusto legnoso o dei rami basali in estate, per margotta in primavera.
Uso
Introdotta in Europa nel
1794, si utilizza come pianta ornamentale in parchi e giardini per le foglie aromatiche e per la fioritura. L'olio
essenziale, estratto dalle foglie, è ricco di composti volatili quali geraniolo, citrale, limonene, e viene
impiegato nell'industria dei profumi e dei saponi. Questa specie ha anche diverse proprietà terapeutiche,
soprattutto digestive, antispasmodiche e diuretiche.
89
Foglie non verticillate
90
90
Foglie almeno 4 volte più lunghe che larghe
91
90
Foglie meno di 4 volte più lunghe che larghe
92
91
Foglie fortemente odorose, picciolate, più brevi di 30 cm
Eucalyptus camaldulensis Dehnh.
Famiglia
Myrtaceae.
Sinonimi
Eucalyptus rostrata
Schlecht.
Area d'origine
Australia.
Etimologia
Il termine
generico deriva dal greco 'eu' = bene e 'kalyptós' =
coperto, in riferimento ai boccioli fiorali provvisti di un
opercolo che copre gli stami. Il termine specifico è
dedicato al Duca di Camaldoli che nei primi dell'800, nel
suo giardino vicino Napoli, coltivava diverse specie di
eucalipti.
Descrizione
Maestoso albero che può
raggiungere i 40 m di altezza, con corteccia liscia che si
stacca in sottili lamine longitudinali e rami penduli. Le
foglie sono lanceolate (quelle giovanili ovali), a margine
liscio e apice acuminato. I fiori sono solitari, o riuniti in 3-
15 a formare una piccola ombrella, piccoli e insignificanti.
Il calice è formato di 4 sepali saldati su cui poggia un
opercolo (di derivazione corollina) che al momento dell'antesi, si stacca lasciando fuoruscire numerosissimi
stami bianchi che costituiscono la parte appariscente del fiore. L'ovario è formato da 4 carpelli. Il frutto è una
capsula a 4 logge.
Coltivazione
Non ha particolare esigenze colturali e tollera bene anche la salsedine. Si
moltiplica per seme. Può andare incontro a malattie crittogamiche delle radici e dei rami nonché a parassiti
animali quali cocciniglie e xilofagi.
Uso
È coltivato come pianta ornamentale nelle regioni a clima temperato