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Quercia rossa. - Il nome specifico allude al colore rosso
intenso che le foglie assumono in autunno. Albero deciduo
dalla chioma espansa e arrotondata e dalla scorza sottile,
grigia e liscia che con l’età diviene solcata e reticolata. Le
foglie sono semplici, alterne, obovate, glabre e lucide,
lunghe circa 12-20 centimetri e larghe 8-12 centimetri, con
3-5 paia di lobi acutissimi, triangolari od ovati. I fiori sono
unisessuali: quelli maschili sono riuniti in amenti penduli
di colore giallo verdognolo, quelli femminili sono solitari o
a 2-3 in spighe brevi. I frutti sono ghiande ovoidali lunghe
circa 2-3 cm, con cupola appiattita che ricopre il frutto per
circa 1/3. La quercia rossa proviene dalle Montagne
Rocciose, nel Nordamerica. E’ stata introdotta in Europa
nel 1724 come pianta ornamentale per parchi e alberature
stradali e ne è documentata la presenza in Italia dal 1812.
Sperimentata a fini forestali dal 1922, ha trovato largo
impiego per la sua facilità di adattamento e per la crescita
rapida, trasformandosi a volte in specie infestante a danno
della flora autoctona e della biodiversità in genere dei
boschi planiziali a querce e carpino bianco, come il Bosco
della Fontana presso Mantova.
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Lobi o denti della foglia da ottusi ad acuti, ma
mai terminanti in una setola sottile
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Foglie subsessili, auricolate alla base. Ghiande su peduncoli di 2-5 cm
Quercus robur L. subsp. robur
Farnia. - Il nome specifico significa ‘legno duro’ e veniva
già usato dagli antichi romani. Albero con chioma grande,
piuttosto irregolare e apice arrotondato, alto sino a 30-40
m. Il tronco è diritto, ramificato nella parte medio-alta; la
scorza è grigiastra, incisa longitudinalmente, con spesse
costolature. Le foglie sono alterne, caduche, lunghe 8-15
cm, di forma obovata con margine lobato; il picciolo è più
corto di quello della rovere (al massimo 7 mm). Le
infiorescenze maschili sono amenti penduli lunghi 2-4 cm
di colore verde giallastro. I fiori femminili sono
raggruppati a 1-5 in spighe lungamente peduncolate. La
fioritura si ha a fine aprile-maggio. Il frutto è una ghianda
lunga 2-4 cm, avvolta per 1/3 da una cupola coperta da
squame appressate; a differenza della rovere le ghiande
hanno lunghi peduncoli. L’areale va dal Portogallo agli
Urali e al Caucaso. Forma querceti o boschi misti di
latifoglie su suoli generalmente di tipo alluvionale,
profondi e ricchi di nutrienti. Virgilio cita più volte le
querce sia con il termine ‘quercus’ che ‘robur’: è probabile
che intendesse più volte indicare la farnia, sicuramente
conosciuta per essere frequente in pianura lungo il Mincio
e il Po, fiumi citati come luoghi di crescita dell’albero. La
farnia è coltivata per rimboschimenti e per il legname
molto pregiato e utilizzato per travi, costruzioni navali,
mobili, scale, parquet, botti. Con il termine’rovere di
Slavonia’, il legno di farnia è utilizzato per costruire doghe
delle botti destinate all’invecchiamento di vini pregiati e
cognac. Un tempo le ghiande erano largamente usate per
l’alimentazione dei maiali. La forma ‘fastigiata’ è una
varietà ornamentale di farnia a chioma stretta e piramidale,
molto utilizzata in parchi e viali alberati anche per le
dimensioni non eccessive; ne è documentata la presenza in
Italia dal 1813.
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Foglie con picciolo di almeno 7 mm. Ghiande sessili o su peduncoli di pochi mm
Quercus petraea (Matt.) Liebl. subsp. petraea