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Foglie appiattite almeno di sopra
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Foglie non appiattite
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Foglie senza strie chiare di sotto. Con un solo seme avvolto da una coppa carnosa rossa
Taxus baccata L.
Tasso. - Il nome generico deriva dal greco ‘taxon’ che
significa freccia, per il suo impiego nella costruzione di
dardi velenosi; la tossicità è dovuta a un alcaloide, la
tassina, presente in rami, foglie e semi; il nome specifico
allude all’involucro carnoso rosso che avvolge il seme. Il
tasso è un albero sempreverde che raggiunge e supera i 15
m, con crescita molto lenta. La chioma ha forma da
piramidale a globosa a irregolare, con rami molto bassi. Le
foglie, piatte e lineari, verdi scure di sopra, più chiare di
sotto, sono inserite a spirale ma appaiono disposte più o
meno sullo stesso piano in due file opposte. Le strutture
riproduttive sono unisessuali: quelle maschili sono gialle e
riunite in piccoli amenti, quelle femminili sono solitarie e
verdi. Il seme è circondato da un’escrescenza carnosa,
l’arillo, inizialmente verde, poi rosso, l'unica parte della
pianta non velenosa e quindi appetita dagli uccelli che così
veicolano il seme. L'areale va dall’Europa centro-
meridionale al Nordafrica e in Oriente fino al Caucaso.
Il tasso è citato più volte da Virgilio, che accenna alla sua
tossicità e al suo utilizzo come legno per archi. La
resistenza e l’elasticità del legno erano note sia agli antichi
che nel medioevo, quando il legno era considerato
materiale per eccellenza per costruire archi. Il legno, bruno
rossiccio e a grana fine, è anche utilizzato in lavori di
ebanisteria. Il tasso si presta bene alla potatura, per cui è
ampiamente utilizzato nei giardini all’italiana per creare
siepi di forma geometrica.
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Foglie con due strie chiare di sotto. Con numerosi semi racchiusi in pigne legnose
Abies alba Mill.
Abete bianco. - Il nome generico deriva dal latino 'abire',
andarsene, forse in riferimento alla grande altezza, quello
specifico dal latino 'albus', bianco, allude alle due linee
stomatiche bianche sulla pagina inferiore della foglia o al
colore della scorza, più chiara di quella dell'abete rosso
(Picea abies). Albero che può raggiungere anche i 60 m,
uno dei più alti in Europa; gli esemplari più alti sembrano
trovarsi in Italia. Il tronco è colonnare con scorza liscia,
bianco-grigiastra; i coni sono eretti sui rami. E'
sopravvissuto alle glaciazioni sulle montagne dell' Europa
meridionale e del Nordafrica (Pirenei, Appennini, Balcani,
etc.), differenziandosi in varie razze da alcuni considerate
come specie. In Italia ha l'optimum nelle faggete piovose
ed umide delle Alpi e degli Appennini. Coltivato da secoli
per l’ottimo legname da opera, rimangono sugli Appennini
estese abetine d’impianto artificiale, opera soprattutto di
alcuni ordini monastici. Citato da Virgilio più volte, anche
tra gli alberi utilizzati per costruire il cavallo di Troia.
L'abete bianco ha legno tenero e leggero, che si lavora
facilmente, utilizzato per travi, assi, mobili, imballaggi,
casse armoniche per strumenti musicali, pasta di cellulosa,
ma che in esterni non resiste a lungo. Da incisioni della
scorza si estrae una resina chiamata 'trementina di
Strasburgo' impiegata per diluire colori a olio. L'abete
bianco ha un grande valore simbolico: è l'albero di Natale
(Tannenbaum) dei Tedeschi. In Italia l'albero di Natale è di
solito l'abete rosso (Picea abies), che i Tedeschi chiamo
'Fichte'.