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montana. Nella nostra regione è diffuso dalla costa alla fascia montana
con ampie lacune nella bassa pianura; in Carso è presente come arbusto
forse introdotto, ma sembra indigeno nei boschi del M. Cocusso e del M.
Castellaro Maggiore, ove appare in forma arborea. Cresce in boschi
freschi, soprattutto di forra, e colonizza anche i percorsi delle slavine
contribuendo alla ricostituzione del bosco. Il legno, duro ed elastico, è il
più pregiato tra quello degli aceri, per cui questo albero è spesso coltivato
in impianti di arboricoltura da legno, che viene impiegato per fabbricare
tavole, parquet, strumenti musicali, sculture e lavori al tornio. È una
specie molto utilizzata anche a scopo ornamentale, ha vita media
superiore ai 2-3 secoli, ma si conoscono esemplari che superano i 500-
600 anni. Il nome generico era già in uso presso i Romani, e deriva dal
latino 'acer' (appuntito, acuto), forse per la forma dei denti fogliari di
A.
platanoides
, oppure in riferimento al fatto che il legno di alcune specie
europee, molto compatto ed elastico, era usato per la fabbricazione di
lance; il nome specifico allude alla somiglianza delle foglie con quelle del
platano. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-
maggio.
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Foglie a base cuoriforme
Catalpa bignonioides Walter
Specie originaria delle regioni meridionali degli Stati Uniti, è stata
introdotta in Europa verso la metà del '700 a scopo ornamentale,
naturalizzandosi qua e là. In Italia viene spesso coltivata, ed è anche
segnalata come avventizia in molte regioni dell'Italia centro-settentrionale
e in Sardegna, dal livello del mare ai 600 m circa. È spesso utilizzata in
parchi, giardini ed alberature stradali, per le grandi e vistose
infiorescenze, la chioma espansa e i caratteristici lunghi frutti, da cui il
nome volgare 'albero dei sigari'. Cresce subspontanea in ambienti ruderali
e lungo le starde. Il nome generico è quello con cui gli indiani d'America
la designavano; il nome specifico allude alla somiglianza con piante del
genere
Bignonia
, a sua volta dedicato all'abate Jean-Paul Bignon (1662-
1743). Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: maggio-
giugno.
28
Foglie a base non cuoriforme
29
29
Foglie con forte odore aromatico se sfregate tra le dita
30
29
Foglie senza forte odore aromatico
32
30
Foglie meno di 5 volte più lunghe che larghe
31
30
Foglie almeno 5 volte più lunghe che larghe, con odore di rosmarino
Rosmarinus officinalis L.
Il rosmarino è un tipico arbusto delle garighe mediterranee su substrati
calcarei, presente allo stato spontaneo in tutta l'Italia mediterranea e
coltivato ampiamente altrove sin da tempi antichissimi, dal livello del
mare agli 800 m circa. Viene oggi utilizzato come pianta aromatica in
cucina, come pianta ornamentale, come pianta medicinale (foglie e olio
essenziale); i fiori sono particolarmente melliferi. Da foglie e fiori si
ottengono un olio essenziale ed estratti utilizzati in profumeria e cosmesi,
in liquoreria e in farmacia. Il nome generico ha etimologia molto incerta:
secondo alcuni deriva da 'rhops' (arbusto) e 'myrinos' (aromatico), col
significato complessivo di 'arbusto aromatico'; secondo altri da 'ros
(rugiada) e 'marinus' (di mare). Il nome specifico deriva dal latino
'officina' (officina, farmacia) ed allude alle proprietà medicamentose della
pianta. Forma biologica: nanofanerofita. Periodo di fioritura: aprile-
agosto (nelle Isole gennaio-dicembre).
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Foglie rugose e pelose, con odore di salvia. Fiori viola, a simmetria bilaterale
Salvia officinalis L.
La salvia comune è una specie mediterranea a gravitazione orientale,
spontanea o avventizia in buona parte delle regioni italiane (salvo che in
quelle nord-occidentali, Emilia Romagna ed Umbria, e segnalata
erroneamente in Trentino-Alto Adige), dal livello del mare ai 300 m circa.