La pastinaca comune è una specie eurosiberiana divenuta oggi subcosmopolita, presente in tutte le regioni d'Italia (con due sottospecie). Cresce in vegetazioni da seminaturali a ruderali: prati, aiuole spartitraffico, margini di strade, stazioni ferroviarie, su suoli limoso-argillosi da basici a subacidi, piuttosto freschi e ricchi in composti azotati, dal livello del mare alla fascia montana inferiore. Le radici e le foglie sono commestibili. In particolare, sin dall'antichità le radici venivano consumate come le carote ed erano popolarissime in cucina; oggi il loro uso è purtroppo quasi sparito nell'Europa meridionale, mentre persiste ancora in Europa settentrionale, ove le radici si trovano spesso in vendita nei negozi di ortaggi. Le foglie provocano spesso reazioni fotoallergiche per la presenza di furanocumarina prodotta a scopo difensivo (le concentrazioni sono più elevate in presenza di bruchi di lepidotteri). Il nome generico, dal latino 'pastus' (cibo), allude alla commestibilità della pianta; il nome specifico in latino significa 'coltivata'. Forma biologica: emicriptofita bienne. Periodo di fioritura: luglio-agosto.

Nome italiano: Bastonadagh (Emilia-Romagna, Piacenza), Bastonaja (Piemonte), Bastunagge (Liguria, Genova), Carrui di chiazza (Sicilia), Caruga (Emilia-Romagna, Reggio), Ciaruedule (Friuli), Elafobosco (antichi), Giaccaria (Piemonte, Casate), Olega (Veneto, Verona), Pastanale (Friuli), Pastauache (Friuli), Pastenacchia (Veneto, Venezia), Pastenadeghe (Lombardia, Brescia), Pastenaega (Liguria, Genova), Pastenaghe (Lombardia, Brescia), Pastenaiga (Liguria, Mentone), Pastenega (Veneto, Istria), Pastinaca (Italia), Pastinaca comune (Italia), Pastinaca divaricata (Italia), Pastinaca domestica (Toscana), Pastinaca silvestre (Italia), Pastinaga (Veneto, Verona), Pastinaja (Liguria, Sarzana), Pastinega (Veneto, Verona), Pastinega (Emilia-Romagna, Reggio), Pastonaje (Piemonte), Pastricciani (Toscana), Pestenega (Veneto, Verona), Pesternaia (Veneto, Belluno), Seleri salvaj (Piemonte).