Il farfaraccio maggiore è una specie a vasta distribuzione eurasiatica presente in tutte le regioni d'Italia salvo che in Sardegna. Forma spesso popolazioni dominanti lungo i corsi d'acqua, nei prati umidi e presso le sorgenti, su suoli limoso-argillosi spesso inondati, umiferi, ricchi in basi e composti azotati, dal livello del mare alla fascia montana. La pianta era spesso usata a scopo medicinale, anche se le foglie ed i rizomi sono velenosi per la presenza di alcaloidi epatotossici. Il nome generico deriva dal greco 'petasos' (cappello), per le grandi foglie spesso usate come cappello dai bambini. Forma biologica: geofita rizomatosa. Periodo di fioritura: marzo-maggio.

Nome italiano: Barbaz (Friuli, Carnia), Bardano domestico (Veneto, Verona), Barde (Liguria, Castagnola), Caffarì (Toscana, Bagni di Lucca), Capelocc (Lombardia, Brescia), Cappellacci (antichi), Cappellotto (Lombardia, Valtellina), Ciapelass (Piemonte, Val S. Martino), Ciapiei (Friuli, Carnia), Erba per la tegna (Emilia-Romagna, Romagna), Falfarazz (Emilia-Romagna, Romagna), Farfaraccio (Toscana), Farfaraccio maggiore (Italia), Farfarazz (Emilia-Romagna, Bologna), Fior di cipresso (Toscana, Val di Chiana), Lampazzo (Campania, Napoli), Lavassa (Piemonte, Alessandria), Lavaz (Friuli, Carnia), Lesche (Friuli), Lesciat (Friuli), Lesciat verd (Friuli), Neja (Campania, Napoli), Petasite (Toscana), Petasite ibrido (Italia), Petasside (Veneto, Verona), Petrasita (Sicilia), Redoi (Lombardia, Brescia), Ridoi (Lombardia, Brescia), Rodoi (Lombardia, Brescia), Slavazza (Veneto, Belluno), Tossilagine delle foglie grandi (Toscana), Tossilagine maggiore (Toscana), Vanigliun salvadegh (Emilia-Romagna, Reggio).