Il salice stipolato è un alberello deciduo delle montagne dell'Europa centro-meridionale, in Italia presente in tutte le regioni alpine (Liguria esclusa) e sull'Appennino settentrionale. Nell'area di studio è comune nei cespuglieti, nei boschi più o meno radi e nei loro margini, si comporta spesso come specie pioniera. Cresce in ambienti freschi ed umidi, al margine di boschi, in radure, forre e lungo le sponde dei torrenti, con optimum nella fasce montana e subalpina. Come in tutti i salici, la scorza e le foglie contengono il glicoside salicina, che li rende tossici per molti animali, e da cui si ricava l'acido salicilico. Il nome generico, di antico uso, è di origine incerta: forse deriva dal celtico 'sal lis' (presso l'acqua); il nome specifico si riferisce alle grandi stipole. Forma biologica: fanerofita cespugliosa/ fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-giugno.

Nome italiano: Ambuor (Friuli, Carnia), Cialiar (Friuli, Carnia), Giatul (Friuli), Gura (Piemonte, Torino), Gura de montagna (Piemonte, Novara), Monini (Veneto), Sales paludoso (Lombardia, Mantova), Salgar de palude (Veneto), Salice stipolato (Italia), Salicone (Campania, Cosenza), Sarsaja (Piemonte, Torino), Scivilotar (Friuli, Carnia), Vedis (Friuli, Carnia), Vetrice salvatico (Toscana, Arezzo), Vincion (Friuli, Carnia).