La pinguicola di Poldini è un rarissimo endemismo puntiforme delle Prealpi Orientali, descritto dalle Prealpi Carniche, con stazioni disgiunte nelle Prealpi Venete e in Trentino. Nell'area di studio è rara e localizzata in nicchie dolomitiche umide, dalla Valbrenta fino alla stazione più meridionale della Valle di Santa Felicita. Cresce sia in ambienti rupestri stillicidiosi, su substrati calcarei, che in formazioni erbacee umide, tra 280 e 650 m circa. La specie è fortemente minacciata dalle sconsiderate raccolte di semi (già apparsi in commercio a pochi mesi dalla descrizione della specie) e di plantule da parte di appasionati di piante carnivore e di ditte specializzate nella loro commercializzazione. Pur essendo autotrofa, la pianta è carnivora, vegetando in suoli poveri di azoto: gli insetti vengono catturati grazie alla vischiosità della lamina fogliare e quindi digeriti dalla superficie ghiandolosa. Il nome generico deriva dal latino 'pinguis' (grasso), per l'aspetto carnoso e vischioso delle foglie, da cui il nome volgare di 'erba unta'; la specie è dideciata a Livio Poldini, il maggior esperto della flora del Friuli Venezia Giulia. Forma biologica: emicriptofita rosulata. Periodo di fioritura: giugno-luglio.

Nome italiano: Erba-unta di Poldini (Italia).