L'ofride di Bertoloni è una specie a distribuzione mediterranea presente, con ben 5 sottospecie, in tutte le regioni d'Italia salvo che in Valle d'Aosta e in Sardegna; la sottospecie benacensis è nota per le regioni settentrionali. Nell'area di studio è rara negli arbusteti termofili, margini boschivi, praterie aride, fino alla fascia collinare (Valle Santa Felicita). Cresce in garighe, prati aridi, pascoli ed arbusteti, margini e scarpate stradali, con optimum nella fascia mediterranea. Le Ophrys hanno un complesso meccanismo di impollinazione, in cui il labello per forma ed odore simula un imenottero femmina (da noi solitamente dei generi Andrena o Colletes) e attrae i maschi che tentando di copulare con esso determinano l'attaccamento del pollinario al loro corpo; la capsula contiene numerosissimi e piccolissimi semi che nonostante la scarsità di sostanze di riserva riescono a germinare con l'aiuto di un fungo simbionte del genere Rhizoctonia. Il nome generico in greco significa 'sopracciglio', forse da una pianta citata da Plinio che produceva una tintura per le sopracciglia, per la forma dei tepali interni o per la pelosità del labello; la specie è dedicata ad Antonio Bertoloni (1775-1869) uno dei maggiori botanici italiani dell'800; il nome della sottospecie deriva da da 'Benacus', l'antico nome del Lago di Garda. Forma biologica: geofita bulbosa. Periodo di fioritura: maggio-giugno. |