Il salice fragile è un'ibrido eurosiberiano a distribuzione italiana ancor poco nota in quanto spesso confuso con altre specie, diffuso come pianta avventizia in quasi tutte le regioni d'Italia, ma più frequente nell' Italia centro-meridionale. Cresce in boschi umidi ripariali e greti di fiumi e torrenti. Come tutti i salici, la scorza e le foglie contengono il glicoside salicina, che li rende tossici per molti animali, e da cui si ricava l'acido salicilico. Il nome generico, di antico uso, è di origine incerta: forse deriva dal celtico 'sal lis' (presso l'acqua). Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: febbraio-aprile.

Nome italiano: Gaba (Piemonte, Alessandria), Giatul (Friuli), Gora (Piemonte, Novara), Molecc (Friuli), Molecch (Friuli), Salce cavallino (Campania, Avellino), Salcio diacciato (Toscana), Salcio fragile (Toscana), Salcio gentile (Toscana), Salcio San Giovanni (Toscana), Sales (Piemonte), Sales gentil (Lombardia), Salet (Lombardia, Brescia), Salett (Friuli), Salez (Veneto, Treviso), Salgar (Friuli), Salgar gentile (Veneto, Verona), Salgher (Veneto, Treviso), Salghet (Lombardia, Brescia), Salice fragile (Italia), Salighe (Sardegna, Cagliari), Salixi (Sardegna, Cagliari), Sals (Piemonte, Novara), Salsis (Piemonte, Novara), Sarpa (Sardegna, Cagliari), Sars (Piemonte), Saucia spallonata (Roma), Sbrì (Lombardia, Brescia), Venco (Veneto, Belluno), Venz (Veneto, Belluno), Venzer (Veneto, Belluno), Vetrica bianca (Marche), Vincei (Friuli), Vitrica bianca (Marche), Vitullina (Calabria), Zoa (Sardegna, Cagliari).