Il salice piangente è originario delle regioni temperate della Cina; ne è documentata la presenza in Italia a partire dal 1735. Viene impiegato in tutta Italia come albero ornamentale da piantare soprattutto al margine dei laghetti, dal livello del mare agli 800 m circa. La specie è stata a lungo chiamata S. babylonica L., un nome che allude ai salici citati nella Bibbia sulle rive di Babilonia, ma quello coltivato più frequentemente da noi è un ibrido tra S. babylonica e S. alba. Il nome generico, di antico uso, è di origine incerta: forse deriva dal celtico 'sal lis' (presso l'acqua). Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.

Nome italiano: Albiru piangenti (Sicilia), Arbru piangente (Liguria, Sarzana), Arbura piengente (Corsica), Salaciu frusteri (Sicilia), Salaz pianzeint (Emilia-Romagna, Piacenza), Salcio che piove (Toscana), Salcio Davidico (Toscana), Salcio pengolino (Toscana), Sales piangent (Piemonte), Sales pianzeint (Emilia-Romagna, Reggio), Sales piuvirtan (Emilia-Romagna, Reggio), Salez piandent (Veneto, Treviso), Salgar d'America (Veneto, Verona), Salice di Babilonia (Toscana), Salice piangente (Toscana), Salice piangente (Italia), Salighe pianghente (Sardegna), Salise piangente (Veneto, Parenzo d'Istria), Salixi pendenti (Sardegna), Salixi piangenti (Sardegna), Sars piangent (Piemonte), Sarse da bottale (Liguria, Porto Maurizio), Saxe pendulin (Liguria, Genova), Saxu pendua (Liguria, Genova), Sels pianzeint (Emilia-Romagna, Romagna).