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luglio, con fiori maschili e femminili gallicoli brevistili; 2) i forniti (o
mammoni o fichi propriamente detti), sviluppantisi nell'annata e maturanti
in agosto-settembre con fiori sia maschili (pochi) che fiori femminili
brevistili e longistili; 3) i cratiri (o mamme o fichi tardivi), che si formano
in autunno e svernano maturando nella primavera seguente, con soli fiori
femminili gallicoli. La formazione e maturazione dei frutti del fico
selvatico (o caprifico) è possibile solo se avviene la fecondazione da parte
di un insetto, la
Blastophaga psenes
. Nei cratiri in autunno le femmine
depongono le uova entro gli ovari brevistili, trasformandoli in galle, da
cui alla fine dell'aprile successivo si sviluppa la prima generazione; le
femmine fecondate escono e penetrano nei profichi, deponendo le uova
nei fiori gallicoli e dando così origine alla seconda generazione di insetti,
i quali, dopo circa due mesi, uscendo e caricandosi di polline, entrano nei
forniti e li fecondano, facendoli maturare. Anche i frutti del fico
domestico si evolvono e vengono fecondati dalle femmine dei pronubi,
ma, avendo soltanto fiori longistili, non consentono l'ovodeposizione.
Esistono anche varietà partenocarpiche autofecondanti, che non
necessitano della così detta 'caprificazione', cioè della vicinanza dei fichi
selvatici. La disseminazione avviene soprattutto per opera di uccelli. Il
nome generico deriva dal greco 'sycos' (fico), quello specifico allude alla
Caria, regione dell'Asia Minore da cui si riteneva che la pianta provenisse.
Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: febbraio-marzo
(maturazione: giugno-luglio); maggio-giugno (maturazione: luglio-
ottobre); settembre (maturazione: dicembre-aprile).
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Piante senza latice bianco
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Foglie ad apice troncato o a forma di V. Frutto diverso da una ghianda
Liriodendron tulipifera L.
Albero originario dell'America nordorientale, dove è un elemento
importante nelle foreste più giovani dei Monti Appalachi, fu introdotto in
Europa nel 1681 dal missionario John Banister (1650–1692). In Italia è
utilizzato a scopo ornamentale in parchi e giardini. È una delle piante
d'alto fusto più diffuse nel Nord America, dove il legno, piuttosto tenero,
è ritenuto pregiato per la sua lavorabilità e per il colore giallo chiaro
screziato. Gli indiani d'America lo chiamavano 'albero da canoa', in
quanto dal tronco di un solo esemplare ricavavano canoe in grado di
portare anche venti persone. È un albero a crescita veloce e può vivere
400-500 anni. Il nome generico deriva dai due termini greci 'léirion'
(giglio), per i fiori molto appariscenti, e 'déndron' (albero); il nome
specifico significa 'che porta, che produce tulipani', in riferimento alla
forma dei suoi fiori, che richiama appunto quella dei tulipani. Forma
biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
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Foglie ad apice non troncato né a forma di V. Frutto una ghianda
Quercus pubescens Willd. subsp. pubescens
La roverella è un albero dell'Europa meridionale presente in tutte le
regioni d'Italia. La distribuzione regionale si estende dal Carso alla fascia
montana inferiore del Friuli, con ampie lacune nella bassa pianura
friulana ove è sostituita dalla farnia (
Q. robur
); in Carso è comune
ovunque. Cresce nei boschi termofili di latifoglie decidue, sia su calcare
che su arenarie ricche in basi, su suoli argillosi neutro-basici, subaridi
d'estate, con optimum nella fascia submediterranea. Il legno, grazie alla
durevolezza, trova impiego nella costruzione di traversine ferroviarie; in
passato veniva usato per travature, costruzioni navali, etc.; l'infuso della
corteccia e dei giovani rami era utilizzato nella medicina tradizionale
come astringente e febbrifugo. Le ghiande hanno avuto molti impieghi,
dall'alimentazione dei suini all'uso come surrogato del caffè. Il nome
generico, già in uso presso gli antichi, è di etimologia incerta, potrebbe
derivare da due parole celtiche, 'kaer' e 'quer' (bell'albero), cioè 'l'albero
per eccellenza'; secondo altri deriva dal greco, indicando il legno ruvido
delle piante di questo genere; quello specifico allude alla pelosità delle
foglie. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-
maggio.