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leggero e molle, ma ha proprietà fonoassorbenti e di isolamento termico, elettrico e igroscopico; é
utilizzato da secoli nell’ebanisteria giapponese per la produzione di armadietti porta-kimono e
strumenti musicali; è anche il legno usato per la produzione dei ‘geta’, i caratteristici zoccoli rialzati
giapponesi. Recentemente il suo utilizzo si è sviluppato anche in Italia dove è impiegato
nell’industria del mobile, dell’infisso e del packaging, ultimamente anche nella produzione di carta.
Il genere è dedicato ad Anna Pavlovna (1795-1865), figlia dello zar Paolo I; il nome specifico si
riferisce alla forte pelosità della pagina inferiore delle foglie. Forma biologica: fanerofita
cespugliosa/ fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: maggio-giugno.
Picea abies
(L.) H. Karst.
L’abete rosso è un albero sempreverde a distribuzione eurosiberiana che in Italia è comune e
abbondante sulle Alpi, al di sopra della fascia montana superiore ove domina la fascia oroboreale,
con optimum sulle catene interne a clima più continentale, raggiungendo allo stato spontaneo
l’Appennino settentrionale. Al di fuori dell’areale naturale la specie è spesso usata per
rimboschimenti e frequentemente coltivata a scopo ornamentale in parchi e giardini, anche a quote
basse, anche perché è una delle specie più frequentemente usate per gli alberi di Natale (anche se il
vero albero di Natale della tradizione germanica non è l’abete rosso ma l’abete bianco (
Abies alba
,
in tedesco ‘Tanne’, da cui ‘Tannenbaum’). Dalla corteccia si ricava tannino e dalla resina la ‘Resina
di Borgogna’ e la ‘Trementina di Strasburgo’. Il legno è di colore chiaro, poco pesante e tenero,
facilmente lavorabile e perciò largamente impiegato nella costruzione di mobilio non di pregio. Il
legno ha anche un forte potere calorifico dato dalla resina, maggiore di quello di molte latifoglie. Il
nome generico deriva dal latino ‘pix’ (resina o pece), sostanza prodotta in gran quantità da questi
alberi. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio. Syn.:
Picea excelsa
(Lam.) Link
Pinus nigra
J.F. Arnold subsp
.
nigra
Il pino nero è un albero di origine preglaciale a carattere relitto, con areale piuttosto ampio e
frammentario sulle montagne dell’Europa meridionale, differenziato in numerose stirpi locali
variamente trattate a livello tassonomico. In Italia le stazioni primarie della sottospecie nominale
sono limitate alle Alpi e Prealpi orientali calcareo-dolomitiche e all’Appennino centrale. Cresce su
rupi calcaree, dal livello del mare a 1200 m circa. Si tratta di un pino molto apprezzato a scopo
paesaggistico e ornamentale per l’adattabilità, per lo sviluppo relativamente rapido e per il notevole
effetto estetico. Può essere utilizzato come essenza da legno o per il rimboschimento nelle aree
montane fra 600 e 1500 m circa. Il nome generico è quello usato dai Romani per indicare il pino
mediterraneo, e deriva dal latino ‘pix, picis’ (pece, resina, essudato della pianta), da ‘pic’ (pungere)
o ‘pi’ (stillare), oppure dal celtico ‘pen’ (testa) per la forma della chioma degli alberi; il nome
specifico si riferisce al colore scuro della scorza e della chioma. Forma biologica: fanerofita
scaposa. Periodo di fioritura: maggio-luglio.
Pinus pinaster
Aiton subsp.
pinaster
Il pino marittimo è un albero mediterraneo a gravitazione occidentale, in Italia sicuramente
spontaneo in Liguria, Toscana, Lazio, Sicilia e Sardegna, introdotto altrove per rimboschimenti e a
scopo ornamentale. Ha l’optimum presso le coste su substrati silicei ma può crescere anche in
ambienti collinari a clima mite. Il pino marittimo è importante nei rimboschimenti delle sabbie e
delle dune litoranee; resiste alla salsedine, per cui può formare fasce di protezione lungo le coste. Il
legno è tenero, con alburno chiaro e durame rossastro, molto resinoso, usato per imballaggi e pasta
di carta. Questa è una delle migliori essenze per ricavare resina e trementina. Il nome generico è
quello usato dai Romani per indicare il pino mediterraneo, e deriva dal latino ‘pix, picis’ (pece,
resina, essudato della pianta), da ‘pic’ (pungere) o ‘pi’ (stillare), oppure dal celtico ‘pen’ (testa) per
la forma della chioma degli alberi; il nome specifico, già in uso presso i Romani, si riflette anche in
uno dei nomi italiani (pinastro). Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: febbraio-
maggio.
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