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giardini nella forma arborescente. Nelle zone di origine le pigne (galbuli)
rimangono chiuse per molti anni, e si aprono liberando i semi soltanto
quando la pianta madre è stata colpita da shock termico causato da un
incendio, il che favorisce la disseminazione in ambienti liberi dalla
concorrenza di altre specie. Il genere è il nome comune latino, derivato
dal greco 'kypárissos', che origina da 'kuo' (io genero, produco germogli)
e 'párisos' (simile, uguale), in riferimento all'accrescimento simmetrico
della pianta, oppure si riferisce a Kypros (Cipro), isola nella quale il
cipresso comune vive spontaneo; il nome specifico si riferisce a una delle
aree di origine, l'Arizona. Forma biologica: fanerofita scaposa.
Euphorbia characias
L. subsp.
wulfenii
(Hoppe ex W. D. J. Koch)
Radcl.-Sm.
L'euforbia di Wulfen è un'entità scarsamente differenziata e a
distribuzione illirica, appartenente ad una specie stenomediterranea
presente in tutte le regioni dell'Italia peninsulare e in Friuli Venezia
Giulia. La distribuzione regionale è l'estensione più settentrionale
dell'areale illirico, ed è ristretta alla costiera triestina. A volte la specie
viene coltivata a scopo ornamentale in parchi e giardini, come al Parco
Baden Powell. Il latice è velenoso: molto irritante per le mucose, può
scatenare reazioni fotoallergiche. Il nome generico deriva da Euforbo,
medico del Re Giuba II di Mauritania (I sec. a.C. - I sec. d.C.), che
secondo Plinio scoprì l'euforbia e le sue proprietà; il nome specifico è
quello di una euforbia citata da Dioscoride; la sottospecie è dedicata a S.
de Wulfen (1728-1805), gesuita austriaco autore della 'Flora Norica'. Forma biologica: nanofanerofita/ fanerofita
cespugliosa. Periodo di fioritura: gennaio-maggio.
Ginkgo biloba
L.
Il ginkgo è un albero deciduo che può essere considerato come un fossile
vivente: l'unica specie ancora sopravvissuta della famiglia
Ginkgoaceae
ma anche dell'intero ordine Ginkgoales e della divisione delle
Ginkgophyta. Originario della Cina, ove sono stati rinvenuti fossili che
risalgono all'era mesozoica, viene chiamato volgarmente anche ginko,
ginco e albero di capelvenere. La pianta è stata ritenuta estinta per secoli
ma recentemente ne sono state scoperte almeno due stazioni relitte nella
provincia dello Zhejiang nella Cina orientale. Non tutti i botanici
concordano però sul fatto che queste stazioni siano davvero spontanee,
perché il ginkgo è stato estesamente coltivato per millenni dai monaci
cinesi. In Italia viene spesso coltivato come pianta ornamentale nei
parchi, senza tendenza ad inselvatichire, dal livello del mare ai 600 m circa. Il nome del genere deriverebbe dal cinese
'yin' (argento) e 'xìng' (albicocca), che per un'errata trascrizione della forma giapponese 'ginkyō' da parte del botanico
tedesco Engelbert Kaempfer ha mutato la lettera y in g; il nome della specie deriva invece dal latino 'bis' e 'lobus' con
riferimento alle foglie spesso divise in due lobi. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: luglio-
agosto.
Gleditsia triacanthos
L.
Lo spino di Giuda è una specie di origine nordamericana, spesso coltivata
in parchi, viali e giardini (anche in una cultivar senza spine, come al
Parco Baden Powell), presente in quasi tutta Italia allo stato
subspontaneo come avventizia, ma con ampie lacune. È abbastanza
diffusa allo stato subspontaneo nelle parti più calde del Veneto. Cresce in
boschetti artificiali, lungo scarpate e margini stradali, a volte su muri, dal
livello del mare a 500 m circa, con altre specie introdotte quali ailanto,
brussonezia, robinia, etc. È una pianta molto rustica che si adatta bene
anche ad ambienti inospitali, con terreni poveri e sabbiosi, resistendo
molto bene a condizioni avverse come la siccità e le basse temperature e
tollerando bene anche gli inquinanti atmosferici. Il genere è dedicato al
botanico tedesco Johann Gottlieb Gleditsch (1714-1786); il nome specifico in greco significa 'con tre spine'. Il nome
comune 'spino di Giuda' si riferisce invece alla corona di spine della Passione di Gesù, secondo quanto riportato dai
Vangeli. Forma biologica: fanerofita cespugliosa/ fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: maggio.