41
1
Foglie aghiformi o squamiformi
2
1
Foglie non aghiformi né squamiformi
14
2
Foglie squamiformi
3
2
Foglie aghiformi
5
3
Rametti fortemente appiattiti, tendenti a disporsi sullo stesso piano
Platycladus orientalis (L.) Franco
La tuja orientale è una specie endemica della Cina nordoccidentale dove
vive in aree con clima secco e freddo. Fu introdotta in Europa verso la
metà del '700; è l'unica specie del genere
Platycladus
e un tempo veniva
inclusa nel genere
Thuja
. In Europa è ampiamente utilizzata a scopo
ornamentale grazie alla rapida crescita ed alla resistenza all'inquinamento,
e ne sono state selezionate numerose cultivar; è presente come avventizia
in alcune regioni dell'Italia centro-settentrionale, dal livello del mare agli
800 m circa. Ha scarsa tendenza ad inselvatichirsi ad opera degli uccelli
presso gli abitati e a volte in luoghi rupestri. In Oriente la specie viene
spesso chiamata 'albero della vita' per la sua longevità e viene
frequentemente piantata nei pressi dei templi; il legno viene utilizzato per
costruzioni e bruciato a mo' di incenso. Tutte le parti della pianta sono
velenose a causa della presenza di thujone. Il vecchio nome generico
(
Thuja
) deriva dal greco 'thyon' (albero odoroso), facendo riferimento alla
resina un tempo bruciata al posto dell'incenso per riti religiosi. Il nuovo
nome generico in greco significa 'a rami appiattiti'. Il nome specifico
allude all'area d'origine della pianta rispetto all'Europa, l'Oriente. Forma
biologica: fanerofita cespugliosa/ fanerofita scaposa. Periodo di fioritura:
marzo-aprile.
3
Rametti non appiattiti, disposti in tutti i sensi
4
4
Foglie verdi
Cupressus sempervirens L.
Il cipresso comune è un albero originario dell'Asia Minore e del
Mediterraneo orientale, da tempi antichissimi molto utilizzato in Italia sia
a scopo ornamentale sia negli impianti di rimboschimento, ma senza
alcuna tendenza a spontaneizzarsi. Il cipresso è stato introdotto in Italia
forse dagli Etruschi e poi si è diffuso entrando stabilmente fra i
componenti del nostro paesaggio. Tollera la siccità e si adatta a qualsiasi
terreno, ma è soggetto a malattie crittogamiche e a parassiti animali: il
fungo
Coryneum cardinale
Wag. ha minacciato l'esistenza dei cipressi
italiani. Il cipresso è ampiamente coltivato per il suo portamento, che lo
rende adatto alla realizzazione di giardini all'italiana e alberature stradali,
siepi frangivento e rimboschimenti. Le foglie, i rami e le pigne hanno
impiego officinale, dalla corteccia si ricava per distillazione un olio
essenziale usato in profumeria. Il nome del genere è quello comune
presso i Romani, derivato dal greco 'kypárissos', che origina da 'kuo' (io
genero, produco germogli) e 'párisos' (simile, uguale), in riferimento
all'accrescimento simmetrico della pianta. Il nome specifico in latino
significa 'sempreverde'. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di
fioritura: febbraio-maggio.
4
Foglie di color verde-azzurro
Cupressus arizonica Greene
Il cipresso dell'Arizona è un albero originario delle montagne
dell'Arizona e del Messico; la sua presenza in Italia è documentata a
partire dal 1892, ed è presente come specie avventizia in Umbria, Marche
e Calabria. In passato è stato spesso impiegato a scopo ornamentale per la
formazione di alte siepi protettive, oggi si usa di meno a questo scopo,
anche perché dopo alcuni anni di potatura dava segni di seccume e
sofferenza; è ancora molto frequente in parchi e giardini nella forma
arborescente. Nelle zone di origine le pigne (galbuli) rimangono chiuse
per molti anni, e si aprono liberando i semi soltanto quando la pianta
madre è stata colpita da shock termico causato da un incendio, il che
favorisce la disseminazione della pianta in ambienti liberi dalla
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