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Foglie con nervature arcuate infossate sulla faccia superiore. Infiorescenze più larghe
che lunghe
Cornus sanguinea L.
Il corniolo sanguinello è una specie a distribuzione estesa dall'Europa
meridionale al Mar Nero, presente, con tre sottospecie, in tutte le regioni
d'Italia. Cresce nei boschi termofili a carpino nero e roverella, nei loro
mantelli e nelle siepi, dal livello del mare alla fascia montana inferiore,
con optimum al di sopra della fascia mediterranea. In passato i semi
macinati fornivano un olio combustibile per le lampade, dalla corteccia si
estraeva una tintura brunastra per tingere tessuti. Il nome generico deriva
dalla radice indoeuropea 'kar' (duro), da cui anche il latino 'cornus'
(corno), ed allude alla durezza del legno; il nome specifico allude al
colore rossastro dei giovani rami e delle foglie in autunno. Forma
biologica: fanerofita cespugliosa. Periodo di fioritura: (aprile) maggio-
giugno.
36
Foglie senza nervature infossate. Infiorescenze più lunghe
che larghe
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Albero. Fiori rosa. Frutto secco
Lagerstroemia indica L.
La lagerstroemia comune è una pianta decidua originaria dell'Asia
orientale (Cina, Corea, Giappone), introdotta in Europa dalla Cina come
pianta ornamentale nel 1759. Nell'Europa meridionale è ampiamente
utilizzata a scopo ornamentale in parchi, giardini ed alberature stradali,
soprattutto a causa del periodo di fioritura molto lungo. In Italia è spesso
coltivata, dal livello del mare ai 600 m circa, senza mostrare tendenza alla
spontaneizzazione; viene segnalata come avventizia solo in Sicilia. Nei
paesi d'origine il legno, molto compatto e raramente attaccato dagli
insetti, viene utilizzato in falegnameria e nella costruzione di case, di
ponti e traversine ferroviarie. Il genere è dedicato a Magnus von
Lagerström (1691-1759), direttore della Compagnia svedese delle Indie,
che inviò a Linneo numerose piante esotiche. Forma biologica: fanerofita
scaposa. Periodo di fioritura: luglio-settembre.
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Arbusto. Fiori bianchi. Frutto carnoso
Ligustrum vulgare L.
Il ligustro comune è un arbusto delle zone temperate dell'Eurasia,
presente in tutte le regioni d'Italia salvo che in Sardegna. Cresce nei
mantelli dei boschi decidui termofili ma anche nelle siepi e nel
sottobosco, su suoli da superficiali a profondi e freschi, ricchi in basi, più
o meno umiferi, al di sotto della fascia montana. Tutte le parti della
pianta, soprattutto le bacche, contengono glucosidi e sono tossiche; in
passato il succo dei frutti veniva utilizzato per colorare di rosso il vino o
per produrre inchiostri; la scorza contiene una sostanza utilizzata come
colorante giallo per la lana; è un'ottima pianta mellifera, utilizzata per la
formazione di siepi, che può vivere dai 30 ai 50 anni. Il nome generico,
già in uso presso i Romani, deriva dal latino 'ligare' per la flessibilità dei
rametti usati nelle campagne come legacci; il nome specifico deriva dal
latino 'vúlgus' (volgo) e significa 'comune, diffuso, frequente'. Forma
biologica: nanofanerofita. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
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Picciolo più breve di 2 mm. Fiori giallastri, all'ascella delle foglie
Buxus sempervirens L.
Il bosso è un arbusto originario dell'Europa e di alcune regioni dell'Africa
settentrionale e dell'Asia occidentale. Cresce spontaneo in molti boschi
dell'Italia centro-settentrionale, dalle zone di pianura a quelli collinari e
montane fino a 600-800 metri. Ha legno di colore giallo, molto duro,
elastico e compatto che si presta per lavori al tornio e d'intarsio, per
costruire stampi e piccoli strumenti. Tutta la pianta contiene un alcaloide
tossico di nome ciclobuxina. Il bosso si presta molto alla potatura
periodica, ed essendo sempreverde è spesso utilizzato per realizzare siepi
sagomate; utilizzato nei giardini degli antichi Romani in forme complesse
e fantasiose, scolpite dalla cosiddetta 'ars topiaria', si ritrova