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ornamentale in parchi e giardini; si comporta a volte come neofita anche
invasiva. Si tratta di un albero deciduo, termofilo ed eliofilo, che cresce
su suoli ben drenati e ricchi di elementi nutritivi a reazione neutro-basica,
al di sotto della fascia montana. La scorza, le foglie ed i frutti contengono
neurotossine che li rendono tossici per l'uomo (ma non per gli uccelli). I
noccioli venivano un tempo utilizzati per la fabbricazione di rosari (da cui
il nome comune). Il nome generico in greco significa 'frassino', per la
forma delle foglie; quello specifico è probabilmente di origine araba e
significherebbe 'albero che libera', per le proprietà purgative dei frutti.
Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: maggio-giugno.
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Piccolo arbusto. Fiori bianchi
Nandina domestica Thunb.
La nandina è un arbusto sempreverde originario dell'Asia orientale,
dall'Himalaya al Giappone, ove era coltivato da secoli a scopo
ornamentale. Fu introdotta in Europa da William Kerr (?-1814), un
'cacciatore di piante' scozzese che la spedì a Londra da Canton nel 1804.
Oggi è comunemente coltivata a scopo ornamentale in giardini pubblici e
privati, nonostante il fatto che tutta la pianta contenga acido idrocianico, e
i frutti contengano alcaloidi quali la nantenina, che li rendono tossici per
l'uomo ma non per gli uccelli che ne disperdono i semi. Il nome generico
deriva dal giapponese 'nan-ten', che rimanda ad una vaga somiglianza
morfologica con il bambù; quello specifico allude alla diffusione nei
giardini asiatici al tempo in cui la specie fu descritta. Forma biologica:
nanofanerofita. Periodo di fioritura: maggio-luglio.
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Foglioline di odore sgradevole se sfregate tra le dita, almeno alcune più lunghe di 5 cm
Ailanthus altissima (Mill.) Swingle
L'ailanto fu introdotto dalla Cina nel 1760 per avviare l'allevamento di un
nuovo baco da seta (il baco tradizionale era decimato da catastrofiche
epidemie). L'allevamento non ebbe successo, ma l'ailanto si diffuse a tal
punto che, agli esordi dell'era industriale, incominciò a dimostrarsi
altamente aggressivo, giungendo oggi a occupare uno dei primi posti
nella classifica mondiale delle specie invasive e il primo posto nelle liste
nere dei territori a clima temperato. È un pericoloso demolitore di opere
murarie e monumenti, che poco per volta sgretola per azione dell'apparato
radicale. Cresce presso gli abitati, lungo le vie, in prati abbandonati ove
ritarda la ricostituzione dei boschi, al di sotto della fascia montana.
L'invasività è dovuta all'enorme numero di semi prodotti (sino a 250.000
per albero all'anno), alla sostenuta riproduzione vegetativa per polloni e
all'eliminazione della concorrenza per allelopatia. Le foglie emanano un
odore sgradevole per la presenza di formazioni ghiandolari alla base della
lamina, mentre semi e scorza sono tossici. Il nome generico, come
riferisce Desfontaines, autore del genere, deriva dal cinese antico 'ailanto',
che significa 'albero del cielo' o 'albero che può raggiungere il cielo',
concetto ripreso nel nome specifico. Forma biologica: fanerofita scaposa.
Periodo di fioritura: giugno-luglio.
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Foglioline non odorose, tutte più brevi di 5 cm
Robinia pseudoacacia L.
La robinia è un albero di origine nordamericana, introdotto a Parigi dal
Canada nel 1601 e poi diffusosi ampiamente in Europa con tendenza
submediterraneo-continentale. In Italia è comunissimo in tutte le regioni.
Cresce sempre in ambienti disturbati come scarpate, margini stradali,
boschetti presso gli abitati e linee ferroviarie, su suoli da freschi a
subaridi, associandosi spesso al sambuco nero e a varie specie nitrofile
ruderali, dal livello del mare alla fascia montana. È una pianta rustica e a
rapido accrescimento, che tende a soppiantare la vegetazione locale
divenendo spesso invasiva. Viene spesso usata a scopo ornamentale per il
fogliame e la fioritura; il legno, resistente alle intemperie, è utilizzato per
palerie e come combustibile; i semi, la scorza e le radici contengono
sostanze tossiche. È un'ottima pianta mellifera il cui miele (miele
d'acacia) si mantiene fluido senza cristallizzare. I fiori sono utilizzati in
erboristeria ed in alcune regioni italiane vengono mangiati fritti. Il genere