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Foglie palmate
Parthenocissus quinquefolia (L.) Planch.
Il partenocisso rampicante è una liana avventizia di origine
nordamericana. La presenza in Italia è documentata dal 1642 ed oggi la
specie è presente in tutte le regioni. Utilizzata a scopo ornamentale per
coprire muri o pergolati e spesso transfuga dai giardini, si è naturalizzata
al punto da diventare invadente. Cresce su macerie e muri, lungo viottoli
ed in discariche. I frutti contengono acido ossalico, moderatamente
tossico per l'uomo ma non per gli uccelli. Il nome generico deriva dal
greco 'parthenos' (vergine) e 'kissos' (edera), significa quindi 'edera
vergine'; il nome specifico allude alle foglie composte con cinque
foglioline. Forma biologica: fanerofita lianosa. Periodo di fioritura:
giugno.
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Foglie palmate. Fusti non ramificati (piante con aspetto di palma)
Trachycarpus fortunei (Hook.) H. Wendl.
Trachycarpus
è un genere di palme native dell'Asia, dall'Himalaya alla
Cina orientale. La palma di Zhu Shan (o semplicemente palma cinese) è
originaria della Cina orientale e centrale, introdotta nel 1830 in
Inghilterra e poi nel resto d'Europa, arrivando in Italia dopo il 1850. È
coltivata frequentemente come pianta ornamentale per il portamento
(oltre al fatto che le foglie sono sempreverdi, caduche solo in vecchiaia) e
per la rusticità, che la rende adatta all'ambiente urbano, a parchi e giardini
privati; la resistenza al freddo (è in grado di sopportare temperature fino a
-15 °C) ne consente la diffusione non solo nel Meridione, dove per altro
incontra difficoltà con l'aridità estiva, ma anche e soprattutto in Italia
settentrionale: trova infatti il clima ideale nella zona dei laghi lombardi,
dove prospera e si dissemina abbondantemente. Il tessuto fibroso che
avvolge la base delle foglie e ricopre il fusto è particolarmente tenace e
resistente e viene adoperato in Cina per lavori di intreccio, come stuoie e
funi. È invasiva in molte zone, alterando la struttura e la fisionomia delle
comunità naturali legnose e minacciandone la biodiversità. Il nome
generico deriva dal greco 'trachýs' (duro) e 'karpós' (frutto) per il frutto
durissimo (quasi tutto seme legnoso), privo di pericarpo carnoso. La
specie è dedicata a Robert Fortune (1812-1880), raccoglitore in Cina di
piante per la Royal Horticultural Society. Forma biologica: fanerofita
scaposa. Periodo di fioritura: marzo-giugno.
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Foglie pennate. Fusti ramificati
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Foglie 2-4-pennate
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Foglie semplicemente pennate
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Foglie paripennate (non terminanti con una fogliolina)
Albizia julibrissin Durazz.
L'albizia è un albero deciduo nativo dell'Asia occidentale. Venne diffuso
da Costantinopoli in tutta Europa dal botanico italiano Filippo degli
Albizzi verso la metà del '700, da cui l'altro nome comune 'acacia di
Costantinopoli'. Molte specie di questo genere provengono dalle aree
tropicali e sub-tropicali di Asia, Africa e Australia; pertanto nelle nostre
zone, soggette a gelate, le specie più sensibili vengono fatte crescere in
serra. In Italia è coltivata e diffusa a scopo ornamentale, e a volte
inselvatichita presso gli abitati, dal livello del mare ai 300 m circa. È una
pianta abbastanza resistente all'inquinamento e pertanto è ritenuta adatta a
essere utilizzata nel verde urbano. Il genere è dedicato a F. degli Albizzi;
il nome specifico deriva dal persiano e significa 'fiore di seta'. Forma
biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: giugno-agosto.
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Foglie imparipennate (terminanti con una fogliolina)
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Albero. Fiori violetti
Melia azedarach L.
L'albero dei rosari è una specie originaria del Pakistan, India, Asia
sudorientale ed Australia, in Italia spesso coltivata come pianta