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Foglie a margine intero
Cercis siliquastrum L. subsp. siliquastrum
L'albero di Giuda, originario del Mediterraneo orientale, è presente in
quasi tutta Italia (salvo che in Valle d'Aosta e Liguria, e segnalato
erroneamente in Piemonte) allo stato spontaneo o come pianta avventizia.
Viene spesso coltivato in parchi e giardini con una certa tendenza a
inselvatichirsi e grazie alla sua frugalità può essere impiegato come
pianta pioniera nei rimboschimenti. Allo stato subspontaneo cresce presso
le aree urbane in siepi e boschetti disturbati, su suoli di solito calcarei,
ricchi in scheletro e aridi d'estate, dal livello del mare agli 800 m circa. La
pianta presenta il fenomeno della 'caulifloria', frequente negli alberi
tropicali ma raro nella nostra flora, con fiori e frutti che originano
direttamente dal tronco e dai rami. Il nome del genere deriva dal greco
antico 'kerkis' (navicella), in riferimento alla forma del frutto; anche il
nome specifico, che deriva dal latino 'siliqua', si riferisce alla forma
allungata del legume. Il nome comune è 'albero di Giuda'; tale nome è
probabilmente una storpiatura di 'albero della Giudea' (regione in cui era
molto diffuso); secondo la tradizione popolare, Giuda si sarebbe
impiccato su quest'albero. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di
fioritura: marzo-aprile.
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Foglie a margine dentato
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Picciolo più lungo di 3 cm. Albero
Tilia sp.
Il genere
Tilia
comprende una trentina di specie diffuse nelle regioni
temperate dell'Emisfero Nord. Quasi tutte sono in grado di ibridare tra
loro, e i tigli che vengono piantati in parchi, giardini e viali sono spesso
degli ibridi di non facile identificazione. L'ibrido più comune è
Tilia x
europea L.
, che deriva dall'incrocio tra due specie selvatiche
T. cordata
e
T. platyphyllos
e che presenta caratteri intermedi tra esse, ma esistono
anche ibridi che coinvolgono specie non europee, soprattutto
T.
americana L.
, e che spesso vengono designati con il nome collettivo di
'
Tilia hybrida
'. Il nome generico, già in uso presso i Romani, deriva dal
greco 'ptilon' (ala), in riferimento alla brattea del peduncolo fruttifero che
funge da ala durante la disseminazione facilitata dal vento. Forma
biologica: fanerofita scaposa/ fanerofita cespitosa. Periodo di fioritura:
maggio-giugno.
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Picciolo più breve di 3 cm. Arbusto
Corylus avellana L.
Il nocciolo è un arbusto deciduo europeo con tendenza subatlantico-
submediterranea presente in tutte le regioni d'Italia. Cresce nelle radure e
nei mantelli di boschi di latifoglie decidue, su suoli limoso-argillosi
profondi, freschi, umiferi, ricchi in basi e composti azotati, dalla fascia
submediterranea a quella montana. Le qualità alimentari della nocciola
sono note fin dall'antichità: sono un alimento energetico di grande valore
e una preziosa fonte di vitamine e minerali. L'industria dolciaria utilizza
la farina di nocciole per la produzione di nocciolati, torroni e pasta di
gianduia (creata quando Napoleone bloccò l'importazione delle spezie e si
verificò una penuria di cacao). L'alta capacità pollonifera ha favorito la
coltivazione come pianta ornamentale e da frutto. Il legno, ottimo
combustibile, è utilizzato anche per palerie. Il nome generico deriva dal
greco 'koris' (elmo), e allude alla forma dell'involucro erbaceo che ricopre
la nocciola; il nome specifico deriva da Avella, un centro campano nella
provincia di Avellino, noto fin dai tempi dei Romani per la produzione di
nocciole. Forma biologica: fanerofita cespugliosa. Periodo di fioritura:
marzo-aprile.
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Rami lungamente pendenti (salice piangente)
Salix x sepulcralis Simonk.
Il salice piangente è originario delle regioni temperate della Cina; ne è
documentata la presenza in Italia a partire dal 1735. Viene impiegato in
tutta Italia come albero ornamentale da piantare soprattutto al margine dei
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