70
come grande pianta ornamentale in parchi e giardini, per i fiori vistosi e
profumati e per il denso fogliame, ma ha un accrescimento piuttosto
lento. Il genere è dedicato al botanico francese Pierre Magnol (1638-
1715), direttore del giardino botanico di Montpellier, che introdusse la
nozione di famiglia nella classificazione botanica; il nome specifico fa
riferimento alle ragguardevoli dimensioni dei fiori. Forma biologica:
fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: maggio-giugno.
97
Albero. Fiori senza petali. Frutto una ghianda
Quercus ilex L. subsp. ilex
Il leccio è l'albero mediterraneo per eccellenza, presente allo stato
spontaneo in tutte le regioni d'Italia salvo che in Valle d'Aosta, ma molto
più abbondante nell'Italia mediterranea. È la specie dominante nei residui
boschi di sclerofille sempreverdi della macchia mediterranea, su suolo
preferibilmente acido; ai margini dell'areale cresce anche nei boschi
decidui o in habitat rupestri in siti caldo-aridi, su suoli calcarei primitivi e
ricchi in scheletro. In Italia viene frequentemente coltivata in parchi,
giardini ed alberature stradali, soprattutto presso le coste. Ha limitati
impieghi artigianali, essendo il legno molto duro e resistente alle
alterazioni ma difficile da lavorare e stagionare; viene comunque usato
per oggetti sottoposti a forti sollecitazioni e usura, come parti di attrezzi
agricoli, pezzi per torchi, presse e imbarcazioni, ecc. La scorza, ricca in
tannini, è usata per la concia delle pelli. Le ghiande sono impiegate
nell'alimentazione dei maiali; un tempo venivano usate anche dall'uomo,
torrefatte, come surrogato del caffè. Il nome generico, già in uso presso
gli antichi, sembra ricollegarsi alla radice indoeuropea che il latino
condivide con le parole celtiche 'kaer' e 'quer' (bell'albero), cioè 'l'albero
per eccellenza', ma anche con analoghi termini greci riferiti alla rudezza
del legno delle piante appartenenti a questo genere; il nome specifico, che
forse deriva da una radice celtica che significa 'punta', è quello dato dai
Romani all'agrifoglio, per la frequente presenza anche nel leccio di foglie
subspinose. Forma biologica: fanerofita scaposa (fanerofita cespugliosa).
Periodo di fioritura: aprile-giugno.
97
Arbusto. Fiori con petali. Frutto carnoso
Elaeagnus x ebbingei Boom
L'olivagno di Ebbinge è un arbusto sempreverde ottenuto da ibridazione
tra
E. pungens
ed
E. macrophylla
, creato in Olanda nel 1928, da noi
frequentemente coltivato come pianta ornamentale in parchi e giardini.
Predilige terreni acidi e ben drenati ed è adatto ai litorali per la resistenza
alla salsedine. Si conoscono alcune cultivar di successo, come 'Limelight',
che è ben conosciuta e apprezzata nel nostro paese (dove però è venduta
in alcuni vivai con il nome improprio di 'Variegatus') grazie alle foglie, di
colore verde-grigiastro con screziature giallastre. Il nome generico deriva
dal greco 'elèa' (oliva) per la somiglianza del frutto ad un'oliva; l'ibrido è
dedicato all'olandese J. W. E. Ebbinge (1870-1948), che lavorò in una
scuola di orticultura a Boskoop; la 'x' sta ad indicare che si tratta di un
ibrido. Forma biologica: fanerofita cespugliosa. Periodo di fioritura:
ottobre-novembre.
98
Foglie finemente cigliate al margine (guardare una foglia controluce!). Fiori senza petali
Fagus sylvatica L. subsp. sylvatica
Il faggio è un albero deciduo europeo che in Italia domina le foreste della
fascia montana dalle Alpi alla Sicilia (in Sardegna è presente solo nei
rimboschimenti artificiali). È sopravvissuto alle glaciazioni sulle
montagne dell'Europa meridionale e successivamente si è esteso verso
nord sino alla Scandinavia meridionale. Cresce su suoli profondi, freschi,
ben drenati, con optimum nella fascia montana. Ha grande importanza
forestale ed economica per il legname duro e di colore roseo, che si
lavora facilmente ed è impiegato per fabbricare mobili, traversine
ferroviarie, lavori da intaglio e per produrre cellulosa. Il legno e il
carbone sono ottimi combustibili, tanto che in passato il mestiere del