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specifico, venivano usati quale drastico purgante. Quelli acerbi erano un
tempo utilizzati per colorare le stoffe. Il nome generico, già usato dagli
antichi, è di etimologia incerta; il nome specifico deriva dal greco
'
katháros
'
(puro) alludendo alle proprietà purganti. Forma biologica:
fanerofita cespitosa/ fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-giugno.
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Foglie con nervature non fortemente arcuate. Legno senza
odore sgradevole
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Spine presenti lungo il fusto. Fiori gialli. Frutto rosso
Berberis vulgaris L. subsp. vulgaris
Il crespino è un arbusto diffuso dall'Europa centrale all'Africa
nordoccidentale, soprattutto in aree con clima continentale, ormai
naturalizzato in Nord America e nell'Europa settentrionale, comprese le
isole britanniche e la Scandinavia meridionale, presente allo stato
spontaneo in tutta Italia dal livello del mare sino a circa 2000 m. La
distribuzione regionale copre quasi tutto il territorio, con lacune nella bassa
pianura friulana e lungo le coste. Cresce su pendii aridi, in pinete e boschi
submediterranei degradati. È l'ospite intermedio della ruggine del grano
(
Puccinia graminis
), un fungo che dalle foglie di
Berberis
si trasferisce al
grano producendo danni enormi; sembra che già nei primi anni del '600
alcuni agricoltori si accorsero della relazione tra la
Berberis
e la ruggine,
ma furono derisi da chi usava i frutti della
Berberis
per fare marmellate. La
cosa fu chiarita scientificamente solo nel 1865: per il gravissimo impatto
della ruggine sul grano, la coltivazione della
Berberis
è proibita in diversi
Paesi. La pianta è sia velenosa che medicinale, per la presenza di berberina.
Il nome generico, di antico uso, deriva forse dal sanscrito 'varvarata'
(ruvidezza) per la spinosità della pianta; il nome specifico deriva dal latino
'vúlgus' (volgo) e significa 'comune, diffuso, frequente'. Forma biologica:
nanofanerofita. Periodo di fioritura: maggio-giugno.
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Spine limitate all'apice dei rami. Fiori bianchi. Frutto blu
Prunus spinosa L. subsp. spinosa
Il pruno selvatico è un arbusto eurasiatico-centroeuropeo presente in tutte
le regioni d'Italia. La distribuzione regionale è estesa dalle coste ai
fondovalle del settore alpino. Cresce nelle siepi, ai margini dei boschi, in
densi popolamenti che colonizzano i prati abbandonati, su suoli argillosi da
mediamente freschi a subaridi, piuttosto ricchi in composti azotati, con
optimum nella fascia submediterranea; con il corniolo maschio è uno dei
primi arbusti a fiorire in primavera. I frutti, inizialmente molto aspri ed
astringenti, diventano più gradevoli dopo l'ammezzimento che di solito
avviene con i primi geli. Il nome generico, già in uso presso i Romani, è di
etimologia incerta, quello specifico allude ai rami spinescenti. Forma
biologica: fanerofita cespitosa. Periodo di fioritura: marzo-aprile.
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Foglie composte (divise in foglioline ben separate tra loro)
Robinia pseudoacacia L.
La robinia è un albero di origine nordamericana, introdotta a Parigi dal
Canada nel 1601 e poi diffusasi ampiamente in Europa con tendenza
submediterraneo-continentale. In Italia è comunissima in tutte le regioni.
Nella nostra regione è ampiamente diffusa dalla costa ai fondovalle del
settore alpino. Cresce sempre in ambienti disturbati come scarpate, margini
stradali, boschetti presso gli abitati e le linee ferroviarie, su suoli da freschi
a subaridi, con il sambuco nero e varie specie nitrofile ruderali, dal livello
del mare alla fascia montana. È una pianta rustica e a rapido accrescimento,
che tende a soppiantare la vegetazione locale divenendo spesso invasiva.
Viene spesso usata a scopo ornamentale per il fogliame e la fioritura; il
legno, resistente alle intemperie, è utilizzato per palerie e come
combustibile; i semi, la scorza e le radici contengono sostanze tossiche. È
un'ottima pianta mellifera il cui miele (miele d'acacia) si mantiene fluido