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Fiori e legumi più lunghi di 1 cm, disposti in racemi penduli
Robinia pseudoacacia L.
Specie di origine nordamericana, introdotta a Parigi dal Canada nel 1601 e
poi diffusasi ampiamente con tendenza submediterraneo-continentale. In
Italia è comunissima dal livello del mare alla fascia montana inferiore.
Cresce sempre in ambienti disturbati come scarpate, margini stradali,
boschetti presso gli abitati e le linee ferroviarie, su suoli argillosi da freschi
a subaridi, con il sambuco nero e varie specie nitrofile ruderali. È una
pianta molto rustica e a rapido accrescimento, e tende a soppiantare la
vegetazione locale (pianta invasiva). Viene frequentemente usata a scopo
ornamentale soprattutto per il fogliame e la fioritura; spesso viene utilizzata
allo stato arbustivo per rimboschimento e per contenere argini e scarpate.
Può vivere fino a 500 anni. Fornisce un legno molto resistente alle
intemperie, utilizzato per palerie e come combustibile. I semi, la scorza e le
radici contengono sostanze tossiche; tuttavia le api ne bottinano i fiori e
producono miele di ottima qualità (miele d'acacia), che si mantiene fluido
senza cristallizzare. I fiori, ricchi di glicosidi flavonoidici (robinoside), olio
essenziale e glicosidi cardiotonici, sono utilizzati in erboristeria ed in
alcune regioni italiane vengono mangiati fritti. Il genere è dedicato a Jean
Robin (1550-1629), erborista di re Enrico IV di Francia, nel cui giardino
introdusse il primo esemplare d'Europa nel 1601; il nome specifico
significa 'falsa acacia', dal greco 'akis' (spina). Forma biologica: fanerofita
scaposa. Periodo di fioritura: maggio-giugno.
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Foglie lobate
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Foglie non lobate
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Pianta con rami spinosi
Crataegus monogyna Jacq.
Il biancospino è un arbusto eurasiatico-sudeuropeo presente in tutta Italia
dal livello del mare alla fascia montana inferiore, con optimum nella fascia
submediterranea. È uno dei principali costituenti di boscaglie, macchie e
siepi, ed appare in tutti gli stadi dinamici della vegetazione legnosa, su
suoli da carbonatici a debolmente acidi; colonizza persino le pietraie, sia
pur con esemplari rattrappiti e deformi. È una pianta ornamentale usata per
siepi e giardini, apprezzata per la fioritura prolungata e profumata e anche
per il colore vivace dei frutti che perdurano a lungo. Le foglie e i frutti
hanno proprietà officinali. Il nome generico deriva dal greco 'kratos'
(forza), antico nome comune della pianta, quello specifico deriva dal greco
'mónos' (unico) e 'gyné' (femmina), per l'ovario monocarpellare. Forma
biologica: nanofanerofita. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
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Piante non spinose
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Foglie penninervie, verdi di sotto
Quercus robur L. subsp. robur
La farnia è un albero dell'Europa centro-meridionale presente in tutta
l'Italia continentale con optimum nella fascia submediterranea. Cresce in
boschi planiziali, su terreni profondi e molto freschi. Viene coltivata per
rimboschimenti e per il legname pregiato utilizzato per travi, costruzioni
navali, mobili, scale, parquet, etc. Con il termine 'rovere di Slavonia', il
legno di farnia è utilizzato per costruire doghe delle botti destinate
all’invecchiamento di vini pregiati e cognac. Un tempo le ghiande erano
largamente usate per l'alimentazione dei maiali. È una pianta a crescita
lenta ma molto longeva; si conoscono esemplari di circa 1000 anni. Il nome
generico, già in uso presso gli antichi, sembra ricollegarsi alla radice
indoeuropea che il latino condivide con le parole celtiche 'kaer' e 'quer'
(bell'albero), cioè 'l'albero per eccellenza', ma anche con analoghi termini
greci riferiti alla rudezza del legno delle piante appartenenti a questo
genere; quello specifico è un termine latino che significa 'duro', 'resistente',
1,2,3,4,5,6,7,8 10,11,12,13,14