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mobili di pregio e lavori al tornio. Le foglie contengono una sostanza
colorante viola. Vive tra gli 80 e i 120 anni. Il nome generico, già in uso
presso i Romani, è di etimologia incerta, quello specifico in latino
significa 'degli uccelli'. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di
fioritura: aprile-maggio.
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Foglie con forte odore di alloro se sfregate tra le dita
Laurus nobilis L.
L'alloro è un albero mediterraneo-atlantico, di antica introduzione in Italia
settentrionale, ove anche grazie ai merli che ne diffondono i semi è
diffuso anche allo stato subspontaneo. È presente in tutta Italia (in Valle
d'Aosta, Trentino-Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia come
avventizia). Anche nella nostra regione è di antica introduzione, coltivata
e diffusa allo stato subspontaneo; in Carso è piuttosto comune. Cresce in
stazioni soleggiate nella zona dell'olivo; con l'edera ed il pungitopo forma
piccole oasi di laurofille sempreverdi, soprattutto su substrati arenacei
freschi, dal livello del mare agli 800 m circa. Le foglie sono notissime
come condimento. I frutti contengono olii essenziali ed un grasso
impiegato in profumeria. L'olio di lauro, estratto dai semi, è un
componente dell'olio laurino, utilizzato contro i dolori reumatici. La
pianta è tradizionale simbolo di gloria e di affermazione: la 'laurea' deriva
da essa il suo nome. Il nome generico, assonante con il celtico 'lauer'
(sempreverde) e con il sanscrito 'daru' (albero), è quello utilizzato dagli
antichi Romani; il nome specifico si riferisce all'uso celebrativo della
pianta. Forma biologica: fanerofita cespitosa (fanerofita scaposa). Periodo
di fioritura: marzo-aprile.
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Foglie non odorose
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30
Foglie ad apice ottuso o bilobato
Pittosporum tobira (Thunb.) W.T. Aiton
Il pittosporo è originario dal Giappone meridionale; dal 1820 ne è
documentata la presenza in Italia, ove è ampiamente utilizzato lungo i
litorali e nelle zone con clima mite. Viene piantato come arbusto
ornamentale e per formare siepi lungo le coste poiché è molto resistente
alla salinità. Il nome generico deriva dal greco 'pitta' (pece) e 'sporos'
(seme), e significa 'semi a rivestimento resinoso', alludendo al fatto che i
semi delle piante appartenenti a questo genere sono ricoperti da una
sostanza appiccicoso-resinosa; il nome specifico deriva dal nome
popolare in giapponese 'tobera'. Forma biologica: fanerofita
scaposa/nanofanerofita. Periodo di fioritura: marzo-maggio.
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Foglie ad apice acuto
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31
Foglie sempreverdi, più larghe di 2 cm. Petali bianchi. Frutti più stretti di 1 cm
Ilex aquifolium L.
L'agrifoglio è una specie subatlantica presente in Europa ed Asia Minore,
diffusa in tutta Italia in boschi misti mesofili, con optimum nella fascia
montana, ma ormai piuttosto rara allo stato spontaneo. È considerato una
pianta magica fin da prima dell'avvento del Natale cristiano, gli si
attribuiva il potere di proteggere dai demoni e di portare fortuna. I suoi
primi utilizzi risalgono all'Irlanda, dove anche le famiglie più povere
potevano permettersi di usarlo per decorare le loro abitazioni, tradizione
poi passata ai popoli cristiani durante il periodo natalizio: la struttura della
foglia infatti ricorda la corona di spine di Gesù Cristo e i frutti rossi il suo
sangue. Oggi viene impiegato esclusivamente come pianta ornamentale,
da cui sono state ricavate numerose cultivar, alcune con foglie variegate. I
margini delle foglie sono interi in quelle dei rami vecchi, spinosi in quelle
dei rami giovani, ma i due tipi di foglie possono coesistere sullo stesso
individuo. L'agrifoglio può vivere circa 300 anni. Le foglie e soprattutto i
frutti sono fortemente tossici per l'uomo. Il nome generico deriva dal
latino e allude alla somiglianza della forma delle foglie con quelle del
leccio (
Quercus ilex
); il nome specifico deriva dal latino 'acrifolium',
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