7
8
Foglie con forte odore di lavanda. Stami non sporgenti dalla corolla
Lavandula angustifolia Mill. subsp. angustifolia
Specie mediterranea a baricentro occidentale, in Italia coltivata quasi
ovunque ma presente allo stato spontaneo in poche regioni,
prevalentemente lungo le coste tirreniche della Penisola. Cresce in
macchie basse e garighe su substrati prevalentemente silicei. Viene
coltivata sia scopo ornamentale che per l'estrazione degli olii essenziali
ampiamente usati in profumeria. Gli antichi Greci chiamavano questa
pianta Nardo, alludendo alla città siriana di Naarda: era una delle erbe
sacre usate nel tempio di Gerusalemme (il Nardo è menzionato più volte
nella Bibbia, come ad es. nel Canto di Salomone). Conosciuta fin dai
tempi più antichi per le proprietà antisettiche, analgesiche, battericide,
vasodilatatorie, è considerata un blando sedativo. Il nome generico allude
all'antico uso per profumare i vestiti appena lavati, quello specifico alle
foglie strette e sottili. Forma biologica: nanofanerofita. Periodo di
fioritura: giugno-settembre.
9
Foglie con forte odore di salvia
Salvia officinalis L.
La salvia comune è una specie mediterranea a gravitazione orientale,
spontanea o avventizia in buona parte delle regioni italiane (salvo che in
quelle nord-occidentali, Emilia Romagna ed Umbria, e segnalata
erroneamente in Trentino-Alto Adige), dal livello del mare ai 300 m circa.
Nella nostra regione è spontanea solo nella costiera triestina ove forma
una gariga impoverita rispetto a quelle delle coste dalmate. Cresce in
luoghi assolati ed aridi, in vegetazioni pioniere aperte su litosuoli calcarei,
in fessure delle rocce, ed è generalmente coltivata negli orti. È
ampiamente usata come spezia e per le sue proprietà curative. Il nome
generico deriva dal latino 'salvus', ed allude alle proprietà medicinali, così
come il nome specifico, che deriva dal latino 'officina' (officina,
farmacia). Forma biologica: camefita suffruticosa. Periodo di fioritura:
marzo-maggio.
9
Foglie non odorose
10
10
Foglie con numerose macchie più chiare
Aucuba japonica Thunb.
Specie originaria delle montagne dell'Asia orientale, dalla Cina al
Giappone, dove cresce in ambienti umidi ed ombrosi, spesso lungo i corsi
d'acqua ed in foreste dense, fu introdotta in Europa nel 1783 dal botanico
tedesco John Graeffer (1746-1802), autore di un catalogo delle piante
della Reggia di Caserta, in esemplari tutti femminili; soltanto nel 1840
vennero introdotti esemplari maschili che permisero la produzione dei
caratteristici frutti rossi. Oggi è ampiamente coltivata in tutta l'Europa
meridionale, con numerose cultivar, molte delle quali con foglie
variegate. L'intera pianta, ma soprattutto i frutti, è tossica per la presenza
di aucubina. Il nome generico deriva da quello comune della pianta in
giapponese ('aoki', cioè 'albero blu'), quello specifico allude ad una delle
aree di origine, il Giappone.
10
Foglie senza macchie chiare
11
11
Fiori rosso-aranciati. Frutto più largo di 3 cm (melograno)
Punica granatum L.
Il melograno è originario delle regioni asiatiche sud-occidentali come
l'Iran, ma si è diffuso in tutto il bacino del Mediterraneo, ove si è a volte
naturalizzato, dal livello del mare agli 800 m. È segnalato come specie
avventizia in quasi tutta Italia, salvo che in Valle d'Aosta e Sicilia. Viene
coltivato per il frutto edule, o come pianta ornamentale nei giardini,
grazie alla spettacolare fioritura estiva rosso-aranciata; ne esistono varietà
solo da fiore e una varietà nana, molto utilizzata per composizioni verdi.
Sin dall'antichità vengono attribuiti al melograno numerosi significati
simbolici: nella mitologia un frutto di melograno fu donato da Paride a
Venere; nella tradizione ebraica e cristiana è simbolo di speranza, fertilità
1,2,3,4,5,6 8,9,10,11,12,13,14,15,16,17,...18