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delle foglie rispetto all'olmo montano. Forma biologica: fanerofita
cespitosa/fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: febbraio-marzo.
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Nervi delle foglie formanti una chiara rete sulla pagina
inferiore. Frutti disposti in spighe erette
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Nervi delle foglie non formanti una rete sulla pagina
inferiore. Frutti non disposti in spighe erette
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Foglie pelose ma verdi di sotto. Rami di 2-4 anni con legno privo di creste (sbucciare un
rametto!)
Salix caprea L.
Specie eurasiatica presente in tutta Italia, salvo che in Sardegna, dal livello
del mare alla fascia montana. Nella nostra regione è diffusa dalla pianura
alla fascia subalpina; in Carso è sparsa e rara. Cresce negli orli di boschi e
cespuglieti, ma anche nelle cave ed in altri ambienti disturbati, su suoli
argillosi freschi e neutri, ricchi in composti azotati. Come tutti i salici, la
scorza e le foglie contengono il glicoside salicina, che li rende tossici per
molti animali, e da cui si ricava l'acido salicilico. Specie molto rustica, può
essere efficacemente utilizzata per il consolidamento di scarpate e per
opere di ingegneria naturalistica. Il nome generico, di antico uso, è di
origine incerta: forse deriva dal celtico 'sal lis' (presso l'acqua), il nome
specifico allude all'appetibilità delle foglie per le capre. Forma biologica:
fanerofita cespitosa. Periodo di fioritura: marzo-maggio.
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Foglie grigio-pelose di sotto. Rami di 2-4 anni con legno crestato
Salix cinerea L.
Specie eurasiatica presente in tutta Italia, salvo che in Sicilia, dal livello del
mare ai 1000 m circa. Nella nostra regione è diffusa, con ampie lacune,
dalla costa ai fondovalle; in Carso ha la distribuzione bicentrica di altre
specie igrofile (Isontino e Muggesano), con stazioni intermedie dovute alla
presenza di stagni. Forma spesso popolamenti quasi puri in arbusteti
pionieri ai margini di fossi, stagni, laghi e corsi d'acqua, su suoli da
sabbiosi ad argillosi con umidità stagnante, da neutri ad acidi. Come tutti i
salici, la scorza e le foglie contengono il glicoside salicina, che li rende
tossici per molti animali, e da cui si ricava l'acido salicilico. Il nome
generico, di antico uso, è di origine incerta: forse deriva dal celtico 'sal lis'
(presso l'acqua); il nome specifico allude alla pelosità cenerina della foglie.
Forma biologica: fanerofita cespitosa. Periodo di fioritura: marzo-aprile.
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Foglie almeno 3 volte più lunghe che larghe, con denti acuti. Frutti avvolti da un
involucro spinoso (castagne)
Castanea sativa Mill.
Il castagno è un albero di origine sudest europeo-asiatica occidentale, forse
introdotto con il noce in epoca romana; è presente in tutta Italia, dal livello
del mare ai 1200 m. Nella nostra regione è diffuso sino alla fascia montana
inferiore delle Prealpi, con isolate stazioni nell'area alpina; in Carso non è
comune. È uno dei principali costituenti dei boschi collinari, fra i 200 e gli
800 m circa. Cresce su suoli profondi più o meno acidi, quindi su substrati
marnoso-arenacei, raramente su terra rossa. Il castagno è molto longevo,
potendo raggiungere i 500 anni di età; per alcuni individui è stata stimata
un'età di 1000 anni. In Italia, sulle pendici dell'Etna, l'esemplare detto 'dei
cento cavalli' avrebbe un'età di 4000 anni. Il castagno ha avuto
un'importanza notevolissima per molti secoli come alimento primario per le
popolazioni contadine delle regioni montane, diventando 'l'albero del pane'.
Il legname è molto apprezzato per la sua elasticità e compattezza per
paleria, falegnameria, mobili, travi, botti, ecc. Il legno è usato per la
produzione di cellulosa al solfato. Legno e corteccia venivano usati per la
concia delle pelli, dato l'elevato contenuto in tannini. Le castagne, ricche di
amido e zuccheri, venivano consumate fresche, secche o ridotte in farina.
Oggi sono molto richieste le varietà di grandi dimensioni, dette 'marroni',
usate per la preparazione di marmellate e dei prelibati 'marrons glacés'.
Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: maggio.