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portamento della pianta. Il nome specifico deriva dal latino 'vitis alba' (vite
bianca), per il colore dei fiori. Forma biologica: fanerofita lianosa. Periodo
di fioritura: maggio-luglio.
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Alberi o arbusti. Frutti senza appendice piumosa
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Foglie opposte
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Foglie non opposte
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Foglie palmato-lobate
Acer pseudoplatanus L.
L'acero di monte è un albero europeo-asiatico occidentale presente in tutta
Italia (in Sardegna come avventizio) dalla fascia submediterranea a quella
montana. Nella nostra regione è diffuso dalla costa alla fascia montana con
ampie lacune nella bassa pianura; in Carso è presente come arbusto forse
introdotto, ma sembra indigeno nei boschi del M. Cocusso e del M.
Castellaro Maggiore, ove appare in forma arborea. Cresce in boschi freschi,
soprattutto di forra, e colonizza anche i percorsi delle slavine contribuendo
alla ricostituzione del bosco. Il legno, duro ed elastico, è il più pregiato tra
quello degli aceri, per cui questo albero è spesso coltivato in impianti di
arboricoltura da legno, che viene impiegato per fabbricare tavole, parquet,
strumenti musicali, sculture e lavori al tornio. È una specie molto utilizzata
anche a scopo ornamentale, ha vita media superiore ai 2-3 secoli, ma si
conoscono esemplari che superano i 500-600 anni. Il nome generico era già
in uso presso i Romani, e deriva dal latino 'acer' (appuntito, acuto), forse
per la forma dei denti fogliari di
A. platanoides
, oppure in riferimento al
fatto che il legno di alcune specie europee, molto compatto ed elastico, era
usato per la fabbricazione di lance; il nome specifico allude alla
somiglianza delle foglie con quelle del platano. Forma biologica: fanerofita
scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
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Foglie intere o composte, mai lobate
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Foglie intere. Frutti a capsula con 4 semi, non alati
Euonymus europaeus L.
La fusaggine è una specie eurasiatica presente in tutte le regioni d'Italia. La
distribuzione regionale si estende su quasi tutto il territorio. Entra nello
strato arbustivo dei boschi termofili rarefacendosi a partire dalle faggete;
l'optimum è nei mantelli e nelle siepi, su suoli argillosi piuttosto freschi,
ricchi in basi e composti azotati, al di sotto della fascia montana superiore.
I semi sono tossici (evonina) ed erano usati come drastico purgante. Nel
medioevo dal legno si ottenevano fusi per filare la lana, da cui il nome
italiano; i frutti e la corteccia erano utilizzati per le proprietà emetiche,
purganti ed insetticide: la polvere dei frutti seccati e macinati veniva usata
per combattere i pidocchi ed il decotto di frutti e corteccia veniva usato
contro la rogna. Il nome generico deriva dal greco 'eu' (buono) e 'onoma'
(nome), cioè 'pianta con buona fama', in senso ironico a causa della
velenosità dei frutti. Forma biologica: fanerofita cespitosa. Periodo di
fioritura: aprile-giugno.
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Foglie composte, imparipennate. Frutti di un solo seme
avvolto da un'ala
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Fiori senza petali. Foglie a margine dentato, con 4-6 coppie di segmenti almeno 3 volte
più lunghi che larghi, subsessili. Gemme nere
Fraxinus excelsior L. subsp. excelsior
Il frassino maggiore è un albero europeo-caucasico presente in tutta Italia
salvo che in Basilicata e Calabria (in Sardegna solo come specie
avventizia) dal livello del mare alla fascia montana inferiore, con optimum
nella fascia submediterranea. Nella nostra regione è ampiamente diffuso
dalla media pianura alla fascia montana, in Carso è però sporadico, forse
introdotto e poi inselvatichito; in Friuli caratterizza i boschi alluvionali
umidi e quelli dei fondovalle su suoli colluviali, spesso associandosi a tigli
ed aceri, mentre in Carso è ristretto a boschi freschi su pendici volte a nord,
di solito nelle doline. Cresce in boschi ripari di latifoglie decidue ed in
forre umide, su suoli freschi e profondi ricchi in humus. È una specie
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