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I rovi sono un gruppo difficilissimo di specie di origine apomittica ed
ibridogena, ancora incompletamente studiato in Italia. Questa è una specie
abbastanza facilmente riconoscibile, a distribuzione eurasiatica, presente in
tutte le regioni dell'Italia continentale (la presenza in Sicilia è dubbia). La
distribuzione regionale è estesa a tutto il territorio; in Carso è comune, ma
meno di
R. ulmifolius
, con cui spesso ibrida. Originaria di boschi igrofili, è
passata a stazioni disturbate piuttosto umide, come margini di fossati e
siepi, su suoli fangosi o argillosi spesso inondati, ricchi in composti azotati
ed in basi, poco umiferi, dal livello del mare alla fascia montana. I frutti
sono commestibili. Il nome generico, di antico uso, potrebbe derivare dal
latino 'ruber' (rosso) per il colore rosso dei frutti di alcune specie dello
stesso genere (come il lampone); il nome specifico, che in latino significa
'azzurro', allude al colore delle more leggermente pruinose. Forma
biologica: nanofanerofita. Periodo di fioritura: maggio-luglio.
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Frutto a bacca. Piante senza spine
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Foglie composte (divise in tante foglioline)
Parthenocissus quinquefolia (L.) Planch.
Liana avventizia di origine nordamericana, la presenza in Italia è
documentata dal 1642 ed oggi è presente in tutte le regioni. La
distribuzione regionale si estende, con ampie lacune, dalla costa ai
fondovalle del settore alpino; in Carso è piuttosto comune. Utilizzata a
scopo ornamentale per coprire muri o pergolati e spesso transfuga dai
giardini, si è naturalizzata al punto da diventare invadente. Cresce su
macerie e muri, lungo viottoli ed in discariche. I frutti contengono acido
ossalico, moderatamente tossico per l'uomo ma non per gli uccelli. Il nome
generico deriva dal greco 'parthenos' (vergine) e 'kissos' (edera), significa
quindi 'edera vergine'; il nome specifico allude alle foglie composte con
cinque foglioline. Forma biologica: fanerofita lianosa. Periodo di fioritura:
giugno.
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Foglie non composte
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Frutti disposti in ombrelle. Pianta sempreverde con foglie verdi-scure a margine non
dentato
Hedera helix L. s.l.
L'edera è una specie mediterraneo-atlantica comune in tutta Italia dal
livello del mare sino alle faggete termofile della fascia montana inferiore.
Nella nostra regione, Carso incluso, è ampiamente diffusa e comune.
Cresce in boschi e siepi, su muri, rocce ed alberi, di cui raggiunge la
chioma in siti umidi, formando intrichi con
Clematis vitalba
ed altre liane.
Mostra marcata eterofillia, cioè la forma delle foglie dei rami vegetativi è
molto diversa da quella delle foglie dei rami fioriferi. È comunemente
coltivata come pianta ornamentale, come tappezzante di terreni molto
ombreggiati e per ricoprire muri o pergolati. Ne esistono numerosissimi
ibridi e cultivar che differiscono per la forma, dimensioni e colore delle
foglie (frequenti sono quelli a foglie variegate). Sia i Greci che i Romani
consideravano l'edera un simbolo di forza vitale; questo per la sua longevità
e perché si tratta di una pianta sempreverde. I fiori, ricchi di nettare, sono
visitati da molte specie di insetti (es. api). La pianta è tossica (saponine
triterpeniche ed alcaloidi) se ingerita ed il contatto con le foglie può
originare reazioni fotoallergiche. Il nome generico è assonante con
'hadaéreo' (io aderisco); quello specifico in greco significa
'attorcigliamento', alludendo al modo che ha la pianta di attorcigliarsi 'ad
elica' ai suoi supporti. Forma biologica: fanerofita lianosa. Periodo di
fioritura: settembre-ottobre.
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Frutti disposti in grappoli. Pianta non sempreverde con foglie verdi-chiare a margine
dentato
Vitis labrusca L.
Arbusto rampicante originario dell'America, è stato introdotto in Europa
soprattutto come portainnesto della vite europea in quanto l'apparato
radicale è tollerante agli attacchi della fillossera. È segnalata come
avventizia in molte regioni d'Italia. Predilige suolo acido, neutro, calcareo e
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