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Foglie sempreverdi, aghiformi
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Foglie non aghiformi
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Infruttescenza sferica, bluastra e carnosa a maturità. Foglie con una linea chiara di
sopra. Arbusto
Juniperus communis L.
Il ginepro comune è un arbusto eurasiatico presente in tutta Italia, dal
livello del mare ai 1500 m circa (raramente più in alto). Nella nostra
regione è diffuso, con lacune in pianura, sino alla fascia montana, più in
alto vicariato dalla subsp.
alpina
, mentre la var.
intermedia
è presente
nell'Istria montana e nelle Prealpi friulane; in Carso è comune quasi
ovunque. Cresce in arbusteti pionieri o in boschi molto aperti in cui la sua
frequenza aumenta con la profondità dei suoli e con l'altitudine, su suoli
argillosi da subaridi a freschi, spesso decalcificati e quindi da neutri a
subacidi. Il legno duro e compatto è ricercato per lavori di ebanisteria e per
la costruzione di utensili. Con i galbuli si aromatizzano le acquaviti di
cereali, ottenendo il famoso 'gin'. I galbuli possiedono anche proprietà
balsamiche e sono utilizzati nelle affezioni delle vie respiratorie e urinarie.
Il nome generico, già in uso presso i Romani, è di origine controversa:
forse deriva dal latino 'iùnix' (giovenca) e 'pàrio' (do alla luce), alludendo al
fatto che una delle specie (
Juniperus sabina
L.) veniva somministrata alle
vacche per favorire il parto, oppure da 'iùnior' (più giovane) e 'pàrio' (do
alla luce), perché produce sempre nuovi germogli. Forma biologica:
fanerofita cespitosa (fanerofita scaposa). Periodo di fioritura: febbraio-
aprile.
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Infruttescenza di altro aspetto. Foglie senza linea chiara di
sopra. Alberi
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3
Foglie solitarie, sparse sui rami
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3
Foglie riunite in fascetti di 2-5
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Con un solo seme avvolto da un involucro carnoso rosso. Foglie piatte, disposte a pettine
sui rami
Taxus baccata L.
Il tasso è un relitto dell'epoca Terziaria, ancor oggi diffuso allo stato
spontaneo in tutta Italia con optimum nella fascia montana, ma solitamente
raro (è più frequente come pianta ornamentale in parchi e giardini); solo in
poche regioni d'Italia esistono ancora boschi dominati dal tasso, per
esempio in Sardegna, ove mancando il faggio il tasso si associava con
l'agrifoglio nelle foreste montane più umide. La distribuzione regionale,
allo stato spontaneo, si estende a quasi tutte le aree montuose del Friuli,
dove è comunque poco frequente, ma è ampiamente coltivato a scopo
ornamentale sino alla costa. Tutta la pianta, compresi i semi, è molto
velenosa (salvo l'arillo carnoso che circonda il seme) per la presenza
dell'alcaloide tassina. Da qui il nome volgare 'albero della morte'. È un
albero molto apprezzato dal punto di vista ornamentale, anche per la
costruzione di siepi, poiché sopporta bene le potature e resiste
all'inquinamento. Ha legno duro, pesante ed omogeneo. Può vivere fino a
2000 anni. Il nome generico deriva dal greco 'taxos', con significato di arco,
par la fabbricazione che veniva fatta col suo legno; il nome specifico allude
agli arilli rossi simili a delle bacche. Forma biologica: fanerofita scaposa.
Periodo di fioritura: aprile-maggio.
4
Con numerosi semi racchiusi in pigne legnose. Foglie non piatte, disposte tutt'attorno al
ramo
Picea abies (L.) H. Karst.
L'abete rosso è una specie eurosiberiana che in Italia è comune ed
abbondante sulle Alpi al di sopra della fascia montana superiore ove
domina la fascia oroboreale, con optimum sulle catene interne a clima più
continentale, raggiungendo allo stato spontaneo l'Appennino settentrionale.
La distribuzione regionale, allo stato spontaneo, si estende su tutte le aree
montuose del Friuli, ma l'albero è spesso usato per rimboschimenti e
frequentemente coltivato a scopo ornamentale in tutto il territorio. Dalla
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