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1
Foglie aghiformi o squamiformi, più strette di 3 mm
2
1
Foglie non aghiformi né squamiformi, più larghe di 3 mm
3
2
Foglie squamiformi
Cupressus arizonica Greene
È una specie originaria delle montagne dell
'
Arizona e del Messico; la sua
presenza in Italia è documentata a partire dal 1892, ed è presente come
avventizia in Umbria, Marche e Calabria. In passato è stato spesso
impiegata a scopo ornamentale per la formazione di alte siepi protettive,
oggi si usa di meno a questo scopo, anche perché dopo alcuni anni di
potatura dava segni di seccume e sofferenza; è ancora molto frequente in
parchi e giardini nella forma arborescente. Nelle zone di origine le pigne
(galbuli) rimangono chiuse per molti anni, e si aprono liberando i semi
soltanto quando la pianta madre è stata colpita da shock termico causato da
un incendio, il che favorisce la disseminazione della pianta in ambienti
liberi dalla concorrenza di altre specie. Il genere è il nome comune latino,
derivato dal greco 'kypárissos', che origina da 'kuo' (io genero, produco
germogli) e 'párisos' (simile, uguale), in riferimento all'accrescimento
simmetrico della pianta, oppure si riferisce a Kypros (Cipro), isola nella
quale il cipresso comune vive spontaneo; il nome specifico allude ad una
delle zone di origine, l
'
Arizona. Forma biologica: fanerofita scaposa.
Periodo di fioritura: febbraio-maggio.
2
Foglie aghiformi
Cedrus deodara (Roxb.) G. Don
Questa specie, nativa nel versante occidentale dell'Himalaya (Afghanistan,
Pakistan, Kashmir, India nord-occidentale) dove vive tra i 1000 e i 2800 m,
fu introdotta in Europa a scopo ornamentale nel 1822. È utilizzata in
Europa come albero ornamentale in grandi parchi e giardini, ma solo in
aree con inverno mite. Può vivere 150-200 anni. In Italia è segnalata a
partire dal 1828, ed è oggi è presente con più varietà; è segnalato come
specie avventizia in Lombardia, Trentino-Alto Adige, Veneto e Campania.
Le temperature minime dell'inverno 1985 (fino a –20°C) eliminarono gran
parte degli esemplari dalla Pianura Padana. Nei luoghi d'origine il legno era
storicamente usato per costruire templi, idoli e oggetti sacri. È abbastanza
sensibile agli inquinanti atmosferici. Il nome generico deriva dal termine
greco 'kédros', che indicava una conifera non meglio identificata; il nome
specifico deriva dal sanscrito 'devadāru' o 'devodara' (albero degli dèi), in
riferimento alla sua imponenza e all'utilizzo del legno. Forma biologica:
fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
3
Foglie opposte
4
3
Foglie alterne
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4
Pianta lianosa
Clematis vitalba L.
Specie europea presente in tutta Italia dal livello del mare sino alle faggete
termofile montane. Nelle boscaglie può formare intrichi impenetrabili,
soprattutto in forre fresche ed umide. Appare, spesso con l'edera, anche in
ambienti urbani. Ha la capacità di aggrapparsi e arrampicarsi su alberi e
arbusti, spesso danneggiandoli per l
'
abbondante sviluppo fogliare. La
pianta è tossica in tutte le sue parti per la presenza di protoanemonina. In
passato veniva chiamata 'erba dei cenciosi' in quanto i mendicanti erano
soliti procurarsi irritazioni ed ulcerazioni con le sue foglie per impietosire i
passanti. In certe regioni d'Italia (ad es. in Friuli) i rami legnosi venivano
usati dai ragazzi come succedaneo delle sigarette (in friulano: 'cincinis'),
uso da sconsigliare assolutamente a causa della loro tossicità. Il nome
generico deriva dal greco 'klematis', diminutivo di 'klêma' (tralcio di vite),
in riferimento al portamento della pianta. Il nome specifico deriva dal
latino 'vitis alba' (vite bianca), per il colore dei fiori. Forma biologica:
1,2,3,4 6,7,8,9,10,11,12,13,14,15,...16