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Foglie grigio-argentine
Olea europaea L.
L'olivo è l'albero mediterraneo per eccellenza; originario delle regioni
mediterranee e dell'Asia minore, è stato utilizzato e diffuso fin dall'antichità
per l'estrazione dell'olio e per l'impiego diretto dei frutti nell'alimentazione.
In Italia è spontaneo o coltivato in tutta l'area mediterranea, dal livello del
mare ai 900 m circa. L'olivo coltivato ha portamento arboreo, ed è derivato
dall'oleastro, la forma spontanea, che si distingue per i rami giovani duri e
spinescenti, i frutti più piccoli, le foglie più piccole e ovali ed il portamento
arbustivo. Il legno dell'olivo è molto pregiato, durissimo, a grana forte, di
colore giallo-bruno, si presta per lavori al tornio e d'incisione. L'olivo è
anche una bellissima pianta ornamentale il cui utilizzo come tale si è
diffuso negli ultimi anni in gran parte della Pianura Padana, favorito dalla
concomitanza di inverni abbastanza miti. Il nome generico è quello
utilizzato dai Romani, e deriva dal greco 'elaia'; il nome specifico fa
riferimento all'areale tipicamente mediterraneo. Forma biologica: fanerofita
cespitosa/fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-giugno.
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Foglie verdi
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Foglie decidue, non coriacee, con nervature fortemente arcuate
Cornus sericea L.
Arbusto originario del Nord America, introdotto in Svizzera come pianta
ornamentale ed oggi comune in Europa, a volte con comportamento
invasivo. Predilige ambienti umidi o paludosi e temperature
tendenzialmente basse. Il nome generico deriva dalla radice indoeuropea
'kar' (duro), da cui anche il latino 'cornus' (corno), ed allude alla durezza del
legno; il nome specifico si riferisce alla lucentezza sericea del fusto. Forma
biologica: fanerofita cespitosa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
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Foglie sempreverdi, coriacee, con nervature non fortemente arcuate
Ligustrum lucidum W.T. Aiton
Specie originaria di Giappone, Corea e Cina, fu introdotta in Europa nel
XVIII secolo come pianta ornamentale ed oggi è molto comune in parchi,
giardini e nelle alberature stradali, a volte in cultivar con foglie variegate. È
una pianta molto rustica e non molto esigente. I frutti sono tossici. Il nome
generico, già in uso al tempo dei Romani per indicare la specie europea (
L.
vulgare
), prende origine del latino 'ligare' (legare), perché i rami terminali
venivano usati per legature e intrecci. Il nome specifico allude alle foglie
lucide. Forma biologica: fanerofita scaposa.
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Foglie composte (divise in foglioline ben separate tra loro)
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Foglie non composte
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Pianta lianosa
Parthenocissus quinquefolia (L.) Planch.
Liana avventizia di origine nordamericana, ne è documentata la presenza in
Italia dal 1642. È presente in quasi tutta Italia, salvo che in Molise, dal
livello del mare agli 800 m circa. Utilizzata a scopo ornamentale per
coprire muri o pergolati e spesso transfuga dai giardini, si è naturalizzata
così bene da diventare invadente. Cresce su macerie e muri, lungo viottoli
ed in discariche. I frutti contengono acido ossalico, moderatamente tossico
per l'uomo ma non per gli uccelli. Il nome generico deriva dal greco
'parthenos' (vergine) e 'kissos' (edera), significa quindi 'edera vergine'; il
nome specifico allude alle foglie composte con cinque foglioline. Forma
biologica: fanerofita lianosa. Periodo di fioritura: giugno.