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presenza in Italia, ove è ampiamente utilizzato lungo i litorali e nelle aree a
clima mite. Viene piantato come arbusto ornamentale e per formare siepi lungo
le coste poiché è molto resistente alla salinità e ai venti carichi di salsedine. Il
nome generico deriva dal greco 'pitta' (pece) e 'sporos' (seme), e significa 'semi
a rivestimento resinoso', alludendo al fatto che i semi sono ricoperti da una
sostanza appiccicoso-resinosa; il nome specifico deriva dal nome popolare in
giapponese 'tobera'. Forma biologica: fanerofita scaposa/ nanofanerofita.
Periodo di fioritura: marzo-maggio.
Populus alba L.
Il pioppo bianco è un albero deciduo a vasta distribuzione paleotemperata,
presente in tutte le regioni d'Italia. Forma boschetti, a volte lungo corsi d'acqua
e in aree palustri, su suoli limoso-argillosi profondi e ricchi in basi, a volte
periodicamente sommersi, al di sotto della fascia montana inferiore. La specie,
soprattutto in aree costiere, è spesso usata anche per le alberature stradali. Il
legno fornisce un'ottima pasta da carta ed è impiegato anche nella
fabbricazione di fiammiferi, compensati e truciolati. Il nome generico, di
etimologia incerta, era già in uso presso gli antichi Romani; il nome specifico
in latino significa 'bianco' e si riferisce al colore chiaro della faccia inferiore
delle foglie e della corteccia. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di
fioritura: febbraio-marzo.
Populus x canadensis Moench
Comunemente noto come pioppo ibrido o pioppo del Canada, è un ibrido
originatosi spontaneamente in Francia tra l'autoctono
P. nigra
L. e l'americano
P. deltoides
W. Bartram ex Marshall. Cresce come subspontaneo in quasi tutte
le regioni italiane, ad eccezione di Valle d'Aosta, Liguria e Sicilia. Coltivato
come specie ornamentale in parchi e giardini, ha il suo optimum in suoli
freschi e argillosi. I fiori maschili rossastri e i femminili giallastri sono portati
da individui distinti (pianta dioica). Il frutto è una capsula a 2 o 4 valve, riunite
in infruttescenze a grappolo che in giugno liberano semi cotonosi di color
bianco. Il nome generico, di etimologia incerta, era già in uso presso gli antichi
Romani. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: marzo-
aprile.
Pyracantha coccinea M. Roem.
L'agazzino è un arbusto sempreverde diffuso nel bacino del Mediterraneo e in
Asia Minore, di dubbio indigenato in Italia, ove è presente allo stato
subspontaneo in tutte le regioni salvo che in Valle d'Aosta, Sicilia e forse
Piemonte. È spesso coltivato a scopo ornamentale per la costruzione di siepi
protettive, cui si presta grazie alle dense spine presenti all'apice dei rami e
talvolta appare allo stato subspontaneo in boschi e boscaglie termofili e ai loro
margini, in arbusteti e nelle siepi, dal livello del mare a 900 m circa. I semi
sono tossici. Il nome generico deriva da due parole greche che significano
'fuoco' e 'spina' e si riferisce sia alla presenza di spine che al colore rosso vivo
dei frutti di alcune specie; il nome specifico, che in latino significa 'rosso' si
riferisce anch'esso al colore dei frutti. Forma biologica: fanerofita cespugliosa.
Periodo di fioritura: aprile-maggio.
Quercus ilex L. subsp. ilex
Il leccio è l'albero mediterraneo per eccellenza, presente allo stato spontaneo in tutte le regioni d'Italia salvo che in
Valle d'Aosta, ma molto più abbondante nell'Italia mediterranea. È la specie dominante nei residui boschi di sclerofille
sempreverdi della macchia mediterranea, su suolo preferibilmente acido; ai margini dell'areale cresce anche nei boschi
decidui o in habitat rupestri in siti caldo-aridi, su suoli calcarei primitivi e ricchi in scheletro. In Italia viene
frequentemente coltivato in parchi, giardini ed alberature stradali, soprattutto presso le coste. Il legno ha limitati
impieghi artigianali, essendo molto duro e resistente alle alterazioni ma difficile da lavorare e stagionare; viene
comunque usato per oggetti sottoposti a forti sollecitazioni e usura, come parti di attrezzi agricoli, pezzi per torchi,
presse e imbarcazioni, ecc. La scorza, ricca in tannini, è usata per la concia delle pelli. Le ghiande sono impiegate
nell'alimentazione dei maiali; un tempo venivano usate anche dall'uomo, torrefatte, come surrogato del caffè. Il nome
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