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Fiori e frutti disposti in corimbi. Fiori bianchi. Frutti neri o bianchi
Cornus sanguinea L.
Specie sudeuropeo-pontica piuttosto polimorfa, presente in tutta Italia dal
livello del mare alla fascia montana inferiore, con optimum al di sopra della
fascia mediterranea. Cresce nei boschi termofili a carpino nero e roverella,
nei loro mantelli e nelle siepi. Il nome generico deriva dalla radice
indoeuropea 'kar' (duro), da cui anche il latino 'cornus' (corno), ed allude
alla durezza del legno; il nome specifico allude al colore rosso dei giovani
rami e delle foglie in autunno. In passato i semi macinati fornivano un olio
combustibile per le lampade, mentre dalla corteccia si estraeva una tintura
brunastra per tingere tessuti di lana, lino, cotone e seta. Forma biologica:
fanerofita cespitosa. Periodo di fioritura: (aprile) maggio-giugno.
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Foglie chiaramente pelose di sotto. Fiori e frutti disposti in corimbi più larghi che lunghi
Viburnum tinus L. subsp. tinus
Specie mediterranea presente allo stato spontaneo in tutta l'Italia centro-
meridionale e nella zona insubrica, altrove ampiamente coltivata in parchi e
giardini e spesso inselvatichita, dal livello del mare agli 800 m circa.
Cresce nella macchia mediterranea, su suoli limoso-argillosi ricchi in
scheletro, aridi d'estate, sia calcarei che marnoso-arenacei purché ricchi in
carbonati. La specie è molto utilizzata per la realizzazione di siepi. Quasi
tutte le parti della pianta sono tossiche, inclusi i frutti. Il nome del genere è
molto antico e di etimologia incerta: potrebbe derivare dal latino 'viere'
(legare, intrecciare) o da 'vovorna' (dei luoghi selvatici); il nome specifico
ricorda quello usato dai Romani (laurustinus). Forma biologica: fanerofita
cespitosa. Periodo di fioritura: ottobre-giugno.
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Foglie glabre o quasi di sotto. Fiori e frutti disposti in
racemi piramidali
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Foglie più lunghe di 10 cm. Albero
Ligustrum lucidum W.T. Aiton
Specie originaria di Giappone, Corea e Cina, fu introdotta in Europa nel
XVIII secolo come pianta ornamentale ed oggi è molto comune in parchi,
giardini e nelle alberature stradali, a volte in cultivar con foglie variegate. È
una pianta molto rustica e non molto esigente. I frutti sono tossici. Il nome
generico, già in uso al tempo dei Romani per indicare la specie europea (
L.
vulgare
), prende origine del latino 'ligare' (legare), perché i rami terminali
venivano usati per legature e intrecci. Il nome specifico allude alle foglie
lucide. Forma biologica: fanerofita scaposa.
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Foglie più brevi di 10 cm. Arbusto
Ligustrum vulgare L.
Specie delle zone temperate dell'Eurasia, è presente in tutta Italia, salvo che
in Sardegna, sino alla fascia montana inferiore. Cresce nei mantelli dei
boschi decidui termofili ma anche nelle siepi e nel sottobosco, su suoli da
superficiali a profondi e freschi, ricchi in basi, più o meno umiferi, con
optimum su substrati calcarei. Tutte le parti della pianta, soprattutto le
bacche, contengono glucosidi e sono tossiche; una volta tuttavia il succo
dei frutti veniva utilizzato per colorare di rosso il vino o per produrre
inchiostri. La scorza contiene una sostanza chiamata siringina che è
utilizzata come colorante giallo per la lana. È un'ottima pianta mellifera e
viene comunemente utilizzata per la formazione di siepi. Può vivere dai 30
ai 50 anni. Il nome generico, già in uso presso i Romani, deriva dal latino
'ligare' per la flessibilità dei rametti usati nelle campagne come legacci; il
nome specifico deriva dal latino 'vúlgus' (volgo) e significa 'comune',
'diffuso', 'frequente'. Forma biologica: nanofanerofita. Periodo di fioritura:
aprile-maggio.