7
9
Foglie lunghe 3-5 cm. Rami giovani molli e penduli
Cedrus deodara (Roxb.) G. Don
Questa specie, nativa nel versante occidentale dell'Himalaya (Afghanistan,
Pakistan, Kashmir, India nord-occidentale) dove vive tra i 1000 e i 2800 m,
fu introdotta in Europa a scopo ornamentale nel 1822. È utilizzata in
Europa come albero ornamentale in grandi parchi e giardini, ma solo in
aree con inverno mite. Può vivere 150-200 anni. In Italia è segnalata a
partire dal 1828, ed è oggi è presente con più varietà; è segnalato come
specie avventizia in Lombardia, Trentino-Alto Adige, Veneto e Campania.
Le temperature minime dell'inverno 1985 (fino a –20°C) eliminarono gran
parte degli esemplari dalla Pianura Padana. Nei luoghi d'origine il legno era
storicamente usato per costruire templi, idoli e oggetti sacri. È abbastanza
sensibile agli inquinanti atmosferici. Il nome generico deriva dal termine
greco 'kédros', che indicava una conifera non meglio identificata; il nome
specifico deriva dal sanscrito 'devadāru' o 'devodara' (albero degli dèi), in
riferimento alla sua imponenza e all'utilizzo del legno. Forma biologica:
fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
9
Foglie lunghe al massimo 3 cm. Rami giovani rigidi, non penduli
Cedrus atlantica (Endl.) Carrière 'glauca'
Questo albero è originario dei monti dell'Atlante, in Marocco, Algeria e
Tunisia. In Italia è stato introdotto nel XIX secolo. Questa cultivar con
foglie di color verde-azzurro è molto elegante ed ampiamente diffusa in
parchi e giardini. Il legno, il più pregiato tra i cedri, è bruno, molto odoroso
ed è durevole e resistente agli agenti atmosferici. L'albero vive più di 500
anni. Il nome generico deriva dal termine greco 'kédros', che indicava una
conifera non meglio identificata; il nome specifico e quello comune (cedro
dell'Atlante) derivano dalla zona di origine, la catena dell'Atlante in Nord-
Africa. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-
maggio.
10
Foglie mediamente più brevi di 6.5 cm (misurare almeno 10 foglie!)
Pinus sylvestris L.
Il pino silvestre o pino rosso è un albero eurasiatico-boreale che ha
raggiunto l'Italia durante il periodo glaciale provenendo dalla Siberia, e che
oggi è diffuso lungo tutto l'arco alpino, con optimum nelle vallate interne a
clima più continentale; altrove è stato spesso introdotto con i
rimboschimenti. Il legno viene impiegato per lavori di falegnameria e come
pasta per la cellulosa nell'industria della carta. In medicina le gemme sono
utilizzate per le proprietà balsamiche, mentre dalla resina si estrae la
trementina (solvente per vernici). È un albero longevo, può vivere circa 500
anni. Il nome generico deriva dal latino 'pix, picis' (pece, resina, essudato
della pianta), da 'pic' (pungere) o 'pi' (stillare), oppure dal celtico 'pen'
(testa) per la forma della chioma; il nome specifico, dal latino 'sylva'
(selva), allude al suo habitat, il bosco. Forma biologica: fanerofita scaposa.
Periodo di fioritura: maggio-luglio.
10
Foglie mediamente più lunghe di 6.5 cm
11
11
Tronco grigio. Corona non a forma di ombrella
Pinus nigra J.F. Arnold subsp. nigra
Specie preglaciale a carattere relitto, con areale piuttosto ampio e
frammentario sulle montagne dell'Europa meridionale e differenziazione in
numerose stirpi locali variamente trattate a livello tassonomico. In Italia le
sue stazioni primarie sono limitate alle Alpi e Prealpi calcareo-dolomitiche
e all'Appennino centrale. Cresce su rupi calcaree, dal livello del mare ai
1200 m circa. Si tratta di un pino molto apprezzato a scopo paesaggistico e
ornamentale per la sua adattabilità, per lo sviluppo relativamente rapido e
per il notevole effetto estetico. Può essere utilizzato come essenza da legno
o per il rimboschimento nelle zone montane in fasce comprese fra i 600 e i
1,2,3,4,5,6 8,9,10,11,12,13,14,15,16,17,...30