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Note alle specie
Acer campestre
L.
L’acero campestre è un albero a distribuzione europeo-asiatica occidentale presente in tutte le
regioni d’Italia (in Sardegna come avventizio). Cresce in boschi misti di latifoglie decidue,
soprattutto ai loro margini, a volte nelle siepi, di solito su suoli calcarei, ma con ampia valenza
ecologica, dal livello del mare alla fascia montana inferiore. Resiste all’inquinamento e alla siccità e
sopporta le potature; è una pianta molto rustica impiegata per siepi, molto decorativa soprattutto in
autunno grazie alla colorazione, di un giallo intenso, delle foglie in procinto di cadere. Il legno,
duro, compatto e omogeneo, si presta alla costruzione di attrezzi agricoli ed è un buon combustibile.
Capitozzato a circa 3 m di altezza, l’acero campestre è stato largamente impiegato come tutore vivo
della vite nella classica piantata che ha contraddistinto per secoli il paesaggio della Pianura Padana.
Il nome generico era già in uso presso i Romani, e deriva dal latino ‘acer’ (appuntito, acuto, duro,
aspro), forse per la forma dei denti fogliari di
A. platanoides
, oppure in riferimento al fatto che il
legno di alcune specie europee, molto compatto ed elastico, era usato per la fabbricazione di lance;
il nome specifico si riferisce al fatto che la pianta è un importante costituente delle siepi che
delimitano i campi. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
Acer negundo
L.
L’acero negundo, originario dal settore orientale del Nord America, fu importato in Europa alla fine
del ’600 e segnalato per la prima volta in Italia nel 1780. È un albero a rapido accrescimento che
vive fino a circa 150 anni e viene spesso coltivato a scopo ornamentale, in diverse cultivar, alcune a
foglie variegate. Spesso compare allo stato spontaneo, comportandosi come una pericolosa specie
aliena invasiva grazie ai frutti alati dispersi dal vento; tende a insediarsi in ambienti abbandonati e
umidi, modificando sensibilmente il paesaggio naturale e riducendo la biodiversità delle cenosi
boschive, soprattutto in ambienti ripariali; ha esigenze ecologiche simili a quelle di diverse
latifoglie autoctone dei suoli alluvionali freschi, dove cresce velocemente e fruttifica in abbondanza.
È specie inclusa nella lista nera delle specie alloctone vegetali in Lombardia, inserita tra le specie
esotiche a carattere infestante e dannose per la conservazione della biodiversità. In Italia è diffuso
soprattutto al Nord e al Centro ed è comune anche nella Pianura Padana. Dalla concentrazione della
linfa, nell’area d’origine, si produce una sostanza zuccherina ad uso alimentare (sciroppo d’acero),
simile a quella ottenuta dall’acero da zucchero (
Acer saccharum
). Il nome generico, già in uso
presso i Romani, deriva dal latino ‘acer’ (appuntito, acuto), forse per l’acutezza dei denti fogliari di
diverse specie fra cui
Acer platanoides
, oppure in riferimento al fatto che il legno di alcune specie
europee, molto compatto ed elastico, era usato per la fabbricazione di lance. L’etimologia del nome
specifico è incerta, ma sembra sia collegata, nei richiami subliminali di Linneo, allo hindi
‘nigrundi’, al bengali ‘nishinda’ e al filippino ‘lagundi’, termini riferiti a specie asiatiche di
Acer
.
Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
Acer platanoides
L.
L’acero riccio è un albero a distribuzione prevalentemente europea presente in tutte le regioni
d’Italia salvo che in Puglia e Sardegna. Cresce nei boschi di latifoglie decidue, soprattutto in quelli
di forra, su suoli argillosi profondi, umiferi e molto freschi, con optimum nelle fasce collinare e
montana inferiore. La cultivar ‘Crimson King’, dal fogliame arrossato, è una delle più note e
utilizzate a scopo ornamentale. Il legno, come quello degli altri aceri europei, è duro, compatto e
flessibile; si utilizza per tavole, mobili, pannelli, strumenti musicali, lavori al tornio. Il nome
generico era già in uso presso i Romani, e deriva dal latino ‘acer’ (appuntito, acuto), forse per la
forma dei denti fogliari di
A. platanoides
, oppure in riferimento al fatto che il legno di alcune specie
europee, molto compatto ed elastico, era usato per la fabbricazione di lance; il nome specifico
allude alla somiglianza delle foglie con quelle del platano; il nome comune ‘acero riccio’ deriva