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Fraxinus ornus
L. subsp.
ornus
L’orniello è una specie a distribuzione eurimediterraneo-pontica presente in tutte le regioni d’Italia.
Cresce in boschi aperti, nei mantelli forestali e nelle siepi, su substrati sia calcarei che marnoso-
arenacei, soprattutto con il carpino nero, ma anche in boschi più maturi di querce, dal livello del
mare alle faggete termofile della fascia montana inferiore. In Italia meridionale la linfa è utilizzata
per la produzione della manna, sostanza zuccherina contenente mannite con deboli proprietà
lassative, che viene estratta con incisioni praticate nella corteccia e lasciata rapprendere all’aria. Il
nome generico, già utilizzato da Plinio il Vecchio, deriva dal greco ‘frasso’ (difendo), forse per
l’uso dell’orniello come pianta per siepi; il nome specifico è quello usato per la pianta dai Romani.
Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
Ginkgo biloba
L.
Il ginkgo è un albero deciduo che può essere considerato come un fossile vivente: l’unica specie
ancora sopravvissuta della famiglia Ginkgoaceae ma anche dell’intero ordine Ginkgoales e della
divisione delle Ginkgophyta. Originario della Cina, ove sono stati rinvenuti fossili che risalgono
all’era mesozoica, viene chiamato volgarmente anche ginko, ginco e albero di capelvenere. La
pianta è stata ritenuta estinta per secoli ma recentemente ne sono state scoperte almeno due stazioni
relitte nella provincia dello Zhejiang nella Cina orientale. Non tutti i botanici concordano però sul
fatto che queste stazioni siano davvero spontanee, perché il ginkgo è stato estesamente coltivato per
millenni dai monaci cinesi. In Italia viene spesso coltivato come pianta ornamentale nei parchi,
senza tendenza ad inselvatichire, dal livello del mare ai 600 m circa. Il nome del genere deriverebbe
dal cinese ‘yin’ (argento) e ‘xìng’ (albicocca), che per un’errata trascrizione della forma giapponese
‘ginky
ō
’ da parte del botanico tedesco Engelbert Kaempfer ha mutato la lettera y in g; il nome della
specie deriva invece dal latino ‘bis’ e ‘lobus’ con riferimento alle foglie spesso divise in due lobi.
Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: luglio-agosto.
Gleditsia triacanthos
L.
Lo spino di Giuda è una specie di origine nordamericana, spesso coltivata in parchi, viali e giardini
(anche in una cultivar senza spine), presente in quasi tutte le regioni d’Italia allo stato subspontaneo
come avventizia, ma con ampie lacune. Cresce in boschetti artificiali, sulle scarpate e ai margini
delle strade, a volte su muri, dal livello del mare a 500 m circa, con altre specie introdotte quali
ailanto, brussonezia, robinia, etc. È una pianta molto rustica che si adatta bene anche ad ambienti
inospitali, con terreni poveri e sabbiosi, resistendo bene a condizioni avverse come la siccità e le
basse temperature e tollerando anche gli inquinanti atmosferici. Il genere è dedicato al botanico
tedesco Johann Gottlieb Gleditsch (1714-1786); il nome specifico in greco significa ‘con tre spine’.
Il nome comune ‘spino di Giuda’ si riferisce invece alla corona di spine della Passione di Gesù, secondo quanto
riportato dai Vangeli. Forma biologica: fanerofita cespugliosa/ fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: maggio.
Hedera helix
L. s.l.
L’edera è una liana a distribuzione mediterraneo-atlantica comune in tutte le regioni d’Italia. Cresce
in boschi e siepi, su muri, rocce ed alberi, di cui raggiunge la chioma in siti umidi, formando intrichi
con
Clematis vitalba
e altre liane, dal livello del mare sino alle faggete termofile della fascia
montana inferiore. Mostra marcata eterofillia, cioè la forma delle foglie dei rami vegetativi è molto
diversa da quella delle foglie dei rami fioriferi. È comunemente coltivata come pianta ornamentale,
come tappezzante di terreni molto ombreggiati e per ricoprire muri o pergolati. Ne esistono
numerosissimi ibridi e cultivar che differiscono per forma, dimensioni e colore delle foglie
(frequenti sono quelli a foglie variegate). La pianta è tossica se ingerita (saponine triterpeniche e
alcaloidi) e il contatto con le foglie può originare reazioni fotoallergiche. Il nome generico è
assonante con ‘hadaéreo’ (io aderisco); quello specifico in greco significa ‘attorcigliamento’,
alludendo al modo che ha la pianta di attorcigliarsi ‘ad elica’ ai supporti. Forma biologica:
fanerofita lianosa. Periodo di fioritura: settembre-ottobre.