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Malus sylvestris
(
L.) Mill.
Il melo selvatico è un albero dell’Europa centro-meridionale presente in tutte le regioni d’Italia
salvo forse che in Valle d’Aosta. Cresce in boschi e arbusteti, al di sotto della fascia montana
superiore e al di sopra della fascia mediterranea. Secondo alcuni autori non merita di essere distinto
dal melo coltivato, di cui rappresenta soltanto una forma inselvatichita. Il nome generico era già
utilizzato dai Romani; il nome specifico, dal latino ‘sylva’ (selva), si riferisce all’habitat boschivo.
Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
Metasequoia glyptostroboides
Hu & W.C. Cheng.
La metasequoia, una delle poche conifere che d’autunno perdono le foglie, è l’unico rappresentante
vivente del genere, che era ampliamente diffuso nell’Eurasia e nelle zone occidentali dell’America
Settentrionale nel Mesozoico e nel Terziario, e che si riteneva estinto nel Pliocene.
Metasequoia
glyptostroboides
fu descritta sulla base di reperti fossili; soltanto nel 1941 ne fu rinvenuto un
individuo vivente nella Cina occidentale. Nel 1945 un gruppo di botanici si avventurò in aree
remote delle province cinesi del Sichuan e dello Hubei, dove vennero ritrovati circa 100 grossi
esemplari di
Metasequoia
, sfuggiti all’attenzione dei botanici occidentali del XIX secolo. Grazie
agli sforzi dell’Arnold Arboretum, i semi della metasequoia furono raccolti e distribuiti ai botanici
nordamericani ed europei, giungendo anche in Italia, dove i primi esemplari vennero fatti germinare
nel Giardino Botanico Borromeo, nell’Isola Madre del Lago Maggiore. Oggi la specie, sia pur
sporadicamente, è utilizzata da noi come pianta ornamentale in parchi e giardini. Forma biologica:
fanerofita scaposa.
Morus alba
L.
Il gelso bianco, originario dell’Asia orientale, fu introdotto in Europa nel XII secolo per
l’allevamento del baco da seta, che lo preferisce al gelso nero (la presenza in Italia è documentata
dal 1434). Oggi è presente in quasi tutte le regioni d’Italia. Cresce in filari piantati dall’uomo ai
margini degli abitati. I frutti sono commestibili, anche se quasi mai appaiono sul mercato per la
difficile conservazione. Il nome generico è quello utilizzato dagli antichi Romani per il gelso nero,
pianta da loro già conosciuta perché originaria dell’Asia Minore; deriva a sua volta dal greco antico
‘meros’ (parte), in riferimento all’infruttescenza formata da tanti piccoli frutti con involucro
carnoso; il nome specifico deriva dal latino ‘albus’ (bianco) e si riferisce sempre ai frutti ma questa
volta al loro colore prevalente (esistono anche forme a frutti rosa o violetti, che possono generare
confusione col gelso nero). Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
Paliurus spina-christi
Mill.
La spina di Cristo è un arbusto mediterraneo a gravitazione orientale-pontica (cioè con
distribuziuone estesa alle regioni circostanti il Mar Nero), presente in tutte le regioni d’Italia salvo
che in Valle d’Aosta. Cresce su pendii aridi, nei cespuglieti, in boscaglie aperte e nei mantelli di
boschi e siepi termofili, su suoli sia calcarei sia marnoso-arenacei ma ricchi in basi, aridi d’estate,
poveri in humus e composti azotati, dal livello del mare a 500 m circa. I frutti tostati e macinati
venivano usati come surrogato del caffè; in infuso hanno forti proprietà diuretiche. Il nome
generico, dal greco ‘pálin’ (di nuovo) e ‘úron’ (urina) si riferisce proprio alle proprietà diuretiche
della pianta; il nome specifico allude alla credenza che la corona di spine di Cristo fosse stata
costruita con i rami spinosi di questa pianta. Forma biologica: fanerofita cespugliosa. Periodo di
fioritura: maggio-giugno.
Paulownia tomentosa
(Thunb.) Steud.
La paulownia è un albero di origine cinese, introdotto in Italia a scopo ornamentale e spesso
divenuto quasi infestante (riesce a crescere su muri, rocce, pendii sassosi, anche tra le fessure dei
lastricati). È presente come avventizia in Italia centro-settentrionale (salvo che in Valle d’Aosta e
Toscana) e Abruzzo, dal livello del mare a 600 m circa. Il legno ha rilevanza commerciale: è molto
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