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Italia a partire dal 1735. Viene impiegato in tutta Italia come albero ornamentale da piantare
soprattutto al margine dei laghetti, dal livello del mare agli 800 m circa. La specie è stata a lungo
chiamata
S. babylonica
L., un nome che allude ai salici citati nella Bibbia sulle rive di Babilonia,
ma il salice piangente più diffuso in Europa è una cultivar creata da Späth (Berlino) nel 1888 con il
nome di
Salix vitellina pendula nova
; nel 1908 Dode la rinominò ‘Chrysocoma’. Il nome generico,
di antico uso, è di origine incerta: forse deriva dal celtico ‘sal lis’ (presso l’acqua). Forma biologica:
fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
Salix caprea
L.
Il salicone, o salice delle capre, è un arbusto deciduo a distribuzione eurasiatica presente in tutte le
regioni d’Italia salvo che in Sardegna. Cresce negli orli di boschi e cespuglieti, ma anche nelle cave
ed in altri ambienti disturbati, su suoli argillosi freschi e neutri, ricchi in composti azotati, dal livello
del mare alla fascia montana. Specie molto rustica, può essere utilizzata per il consolidamento di
scarpate e per opere di ingegneria naturalistica. Come in tutti i salici, la scorza e le foglie
contengono il glicoside salicina, che li rende tossici per molti animali e da cui si ricava l’acido
salicilico. Il nome generico, di antico uso, è di origine incerta: forse deriva dal celtico ‘sal lis’
(presso l’acqua), il nome specifico si riferisce all’appetibilità delle foglie per le capre. Forma
biologica: fanerofita cespugliosa. Periodo di fioritura: marzo-maggio.
Salix cinerea
L.
Il salice cenerino è un arbusto deciduo a vasta distribuzione eurasiatica presente in tutte le regioni
d’Italia salvo che in Sicilia. Forma spesso popolamenti quasi puri in arbusteti pionieri ai margini di
fossi, stagni, laghi e corsi d’acqua, su suoli da sabbiosi ad argillosi, con umidità stagnante, da neutri
ad acidi, dal livello del mare a 1000 m circa. Come in tutti i salici, la scorza e le foglie contengono
il glicoside salicina, che li rende tossici per molti animali, e da cui si ricava l’acido salicilico. Il
nome generico, di antico uso, è di origine incerta: forse deriva dal celtico ‘sal lis’ (presso l’acqua);
il nome specifico si riferisce alla pelosità cenerina della foglie. Forma biologica: fanerofita
cespugliosa. Periodo di fioritura: marzo-aprile.
Salix eleagnos
Scop. subsp.
eleagnos
Il salice ripaiolo è un arbusto deciduo dell’Europa meridionale presente in tutte le regioni d’Italia
salvo che in Puglia, Sicilia e Sardegna. Cresce sulle sabbie umide dei greti fluviali con pietre
calcaree, dalle pianure a 1800 m circa. Assieme a
Salix purpurea
, grazie alla facilità di riproduzione
agamica per talee, è tra gli arbusti più impiegati in ingegneria naturalistica per il consolidamento di
pendici franose, specialmente a ridosso di tracciati stradali, e per quello di sponde di corsi d’acqua
in erosione. Come in tutti i salici, la scorza e le foglie contengono il glicoside salicina, che li rende
tossici per molti animali e da cui si ricava l’acido salicilico. Il nome generico, di antico uso, è di
origine incerta: forse deriva dal celtico ‘sal lis’ (presso l’acqua); il nome specifico deriva dal greco
‘helos’ (palude), e ‘hagnos’ (puro, bianco), forse in riferimento all’habitat e al tomento bianco delle
foglie, oppure per la somiglianza con arbusti del genere
Elaeagnus
. Forma biologica: fanerofita
cespugliosa. Periodo di fioritura: marzo-aprile.
Salix purpurea
L. s.l.
Il salice rosso è un arbusto deciduo a distribuzione eurasiatico-sudeuropea presente, con tre
sottospecie, in tutte le regioni d’Italia (salvo forse che nelle Marche). Cresce in vegetazioni
arbustive pioniere di ambienti disturbati, su suoli primitivi ghiaioso-sabbiosi, periodicamente
inondati, per lo più carbonatici e ricchi in composti azotati, dal livello del mare alla fascia montana
inferiore. Come in tutti i salici, la scorza e le foglie contengono il glicoside salicina, che li rende
tossici per molti animali, e da cui si ricava l’acido salicilico. Il nome generico, di antico uso, è di
origine incerta: forse deriva dal celtico ‘sal lis’ (presso l’acqua); il nome specifico si riferisce al
colore rossastro dei rami giovani. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: marzo-
aprile.
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