41
Cornus sanguinea
L. subsp.
hungarica
(Kárpáti) Soó
Il corniolo sanguinello è una specie a distribuzione estesa dall’Europa meridionale al Mar Nero,
presente, con tre sottospecie, in tutte le regioni d’Italia. Questa sottospecie sudeuropeo-pontica è
presente in Italia continentale, con ampie lacune. Cresce nei boschi termofili a carpino nero e
roverella, nei loro mantelli e nelle siepi dal livello del mare alla fascia montana inferiore, con
optimum al di sopra della fascia mediterranea. In passato i semi macinati fornivano un olio
combustibile per le lampade, dalla corteccia si estraeva una tintura brunastra per tingere tessuti. Il
nome generico deriva dalla radice indoeuropea ‘kar’ (duro), da cui anche il latino ‘cornus’ (corno),
e allude alla durezza del legno; il nome specifico si riferisce al colore rossastro dei giovani rami e
delle foglie in autunno. Forma biologica: fanerofita cespugliosa. Periodo di fioritura: (aprile)
maggio-giugno.
Corylus avellana
L.
Il nocciolo è un arbusto deciduo a distribuzione europea con tendenza subatlantico-
submediterranea, presente in tutte le regioni d’Italia. Cresce nelle radure e nei mantelli di boschi di
latifoglie decidue, su suoli limoso-argillosi profondi, freschi, umiferi, ricchi in basi e composti
azotati, dalla fascia submediterranea a quella montana. Le qualità alimentari della nocciola sono
note fin dall’antichità: sono un alimento energetico di grande valore e una preziosa fonte di
vitamine e minerali. L’industria dolciaria utilizza la farina di nocciole per la produzione di
nocciolati, torroni e pasta di gianduia (creata quando Napoleone bloccò l’importazione delle spezie
e si verificò una penuria di cacao). L’alta capacità pollonifera ha favorito la coltivazione del
nocciolo come pianta ornamentale e da frutto. Il legno, ottimo combustibile, è utilizzato anche per
palerie. Il nome generico deriva dal greco ‘koris’ (elmo), e si riferisce alla forma dell’involucro
erbaceo che ricopre la nocciola; il nome specifico deriva da Avella, un centro campano nella
provincia di Avellino, noto sin dai tempi dei Romani per la produzione di nocciole. Forma
biologica: fanerofita cespugliosa. Periodo di fioritura: marzo-aprile.
Crataegus germanica
(L.) Kuntze
Il nespolo comune è un arbusto-alberello deciduo a distribuzione sudeuropeo-pontica (Europa
sudorientale, Asia occidentale) presente in tutte le regioni d’Italia salvo che in Calabria, ma di
dubbio indigenato: è stato ampiamente coltivato sin dall’antichità e oggi è probabilmente
inselvatichito nei boschi di latifoglie su suoli subacidi (castagneti, querceti), con optimum nella
fascia submediterranea. I frutti sono commestibili e ricchi di vitamina C; di solito le nespole,
raccolte dopo la prima gelata autunnale, vengono fatte appassire al fresco e al buio finché la buccia
diventa marrone e la polpa da aspra diviene dolce. Il legno, molto duro, è usato per lavori al tornio.
Scorza e foglie sono ricche di tannino e si usavano per la concia delle pelli o come astringenti. Il
nome generico deriva dal greco ‘kratos’ (forza, robustezza), per il legno duro; quello specifico
allude all’alta frequenza della pianta in Germania. Forma biologica: fanerofita cespugliosa. Periodo
di fioritura: maggio-giugno. Syn.:
Mespilus germanica
L.
Crataegus laevigata
(Poir.) DC.
Il biancospino selvatico è una specie a distribuzione prevalentemente europea con tendenza
subatlantico-submediterranea, presente allo stato spontaneo in tutte le regioni d’Italia salvo forse
che in Valle d’Aosta e Sicilia. Cresce nei querco-carpineti e in arbusteti di ricolonizzazione su suoli
freschi, profondi, più o meno lisciviati e quindi subacidi anche se piuttosto ricchi in basi e composti
azotati, con optimum nella fascia submediterranea. Le foglie e i frutti, commestibili ma insipidi,
hanno proprietà officinali. Il legno di colore rossastro, duro e compatto, viene impiegato per lavori
al tornio e per la produzione di carbonella. Il nome generico deriva dal greco ‘kratos’ (forza), antico
nome comune della pianta, in riferimento alla durezza del legno; il nome specifico in latino
significa ‘liscio, levigato’. Forma biologica: fanerofita cespugliosa/ fanerofita scaposa. Periodo di
fioritura: aprile-giugno. Syn.:
Crataegus oxyacantha
L.