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Omero, mentre nelle Bucoliche Virgilio sprona Melibeo a innestare i peri,
dimostrando l'uso consolidato di questa pratica. Dal XIX secolo sono state
prodotte cultivar di qualità e oggi esistono migliaia di varietà; i frutti
possono essere consumati freschi, cotti e utilizzati per fare marmellate. Il
nome generico deriva dal greco 'pyr, pyròs' (fuoco, del fuoco), per la forma
conica dei frutti. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura:
aprile-maggio.
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Foglie opache di sopra. Frutto non a forma di pera
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Foglie molto pelose di sotto. Frutto contenente più semi (mela)
Malus pumila Mill.
Il melo, originario dell'Europa ed Asia occidentale per ibridazione con altre
specie, è coltivato in tutta Italia sino alla fascia montana. Nella nostra
regione è coltivato ovunque; in Carso è comune. Appare anche in forme
inselvatichite che si avvicinano a
M. sylvestris
, da alcuni autori non
considerata veramente distinta. È una delle piante da frutto più coltivate e
diffuse; la mela viene definita 'falso frutto' in quanto si sviluppa dal
ricettacolo, mentre il vero frutto sarebbe il torsolo, che si forma dall'ovario.
Il nome generico è quello già utilizzato dai Romani; quello specifico in
latino significa 'piccolo', 'nano'. È noto anche come
Malus domestica
Borkh., in tal caso il nome specifico allude alla sua coltivazione presso le
case (la parola latina 'domus' significa appunto 'casa'). Forma biologica:
fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
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Foglie quasi senza peli di sotto. Frutto con un solo seme (ciliegia)
Prunus avium L. subsp. avium
Il ciliegio è oggi divenuto subcosmopolita per coltivazione in diverse
varietà. L'areale originario dovrebbe essere il territorio che va dal Caucaso
ai Balcani; l'ingentilimento e la messa a coltura sono iniziati nell'Asia
occidentale. Allo stato coltivato è comune in tutta Italia sino alla fascia
montana inferiore; allo stato subspontaneo è diffuso ma non comune. Nella
nostra regione è ampiamente diffuso. Cresce in boschi mesofili maturi e
talvolta nelle siepi, su suoli argillosi piuttosto profondi e abbastanza ricchi
in composti azotati. Si coltiva per il frutto fresco o da conservare in alcool,
come pianta ornamentale, per la ricca fioritura primaverile e per l'aspetto
che acquisisce in autunno con l'ingiallimento delle foglie, oppure per il
legname. Il legno è duro, a grana uniforme, dalle tonalità calde, bruno-
rossicce, e si presta bene per la costruzione di mobili di pregio e lavori al
tornio. Le foglie contengono una sostanza colorante viola. Vive tra gli 80 e
i 120 anni. Il nome generico, già in uso presso i Romani, è di etimologia
incerta, quello specifico in latino significa 'degli uccelli'. Forma biologica:
fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
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