25
65
Foglia di forma triangolare, romboidale o pentagonale
66
65
Foglia di forma ovale, rotonda o lanceolata
67
66
Foglie non parallelinervie
Populus nigra L.
Il pioppo nero è un albero eurasiatico-sudeuropeo presente in tutta Italia
dal livello del mare alla fascia montana inferiore; viene spesso confuso
con ibridi introdotti chiamati
Populus x canadensis
. È diffuso in tutta la
nostra regione sino ai fondovalle; in Carso è comune ma raramente
abbondante. Cresce in stazioni umide ma spesso anche in luoghi
disturbati, su suoli da ghiaioso-sabbiosi a limoso-argillosi. Dal legno si
ottiene un'ottima pasta da carta; è impiegato inoltre nella fabbricazione di
fiammiferi, compensati e truciolati. Il portamento maestoso lo rende
adatto come pianta ornamentale. La var.
italica
, il pioppo cipressino, è
distinguibile per il portamento slanciato e colonnare simile al cipresso. Il
nome generico, di etimologia incerta, era già in uso presso gli antichi
Romani, quello specifico allude alla corteccia più scura di quella di altre
specie congeneri. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di
fioritura: marzo-aprile.
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Foglie parallelinervie
Ginkgo biloba L.
Il ginkgo è un fossile vivente ed unica specie ancora sopravvissuta della
famiglia
Ginkgoaceae
ma anche dell'intero ordine Ginkgoales e della
divisione delle Ginkgophyta. La pianta, originaria della Cina, viene
chiamata volgarmente anche ginko, ginco e albero di capelvenere. In Cina
sono stati rinvenuti fossili che risalgono all'era mesozoica. La pianta è
stata ritenuta estinta per secoli ma, recentemente, ne sono state scoperte
almeno due stazioni relitte nella provincia dello Zhejiang nella Cina
orientale. Non tutti i botanici concordano però sul fatto che queste
stazioni siano davvero spontanee, perché il ginkgo è stato estesamente
coltivato per millenni dai monaci cinesi. In Italia viene spesso coltivato
come pianta ornamentale nei parchi, senza tendenza ad inselvatichire, dal
livello del mare ai 600 m circa. Il nome del genere
Ginkgo
deriverebbe
dal cinese 'yin' (argento) e 'xìng' (albicocca), che per un'errata trascrizione
della forma giapponese 'ginkyō' da parte del botanico tedesco Engelbert
Kaempfer ha mutato la lettera y in g; il nome della specie deriva invece
dal latino 'bis' e 'lobus' con riferimento alla divisione in due lobi delle
foglie. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: luglio-
agosto.
67
Foglie a base troncata o cuoriforme
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67
Foglie arrotondate od attenuate verso la base
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68
Apice fogliare arrotondato
Cercis siliquastrum L. subsp. siliquastrum
L'albero di Giuda, originario del Mediterraneo orientale, è spesso
coltivato in parchi e giardini con una certa tendenza a rinselvatichirsi; è
presente in quasi tutta Italia (salvo che in Valle d'Aosta e Liguria, e
segnalato erroneamente in Piemonte), spontaneo o avventizio, dal livello
del mare agli 800 m circa. Nella nostra regione è presente soprattutto
nella parte litoranea e sud-orientale; in Carso è abbastanza frequente.
Cresce allo stato subspontaneo presso le aree urbane in siepi e boschetti
disturbati, su suoli di solito calcarei, ricchi in scheletro e aridi d'estate. È
una specie molto usata a scopo ornamentale. Grazie alla sua frugalità può
essere impiegata come pianta pioniera nei rimboschimenti. Il nome del
genere deriva dal greco antico 'kerkis' (navicella), in riferimento alla
forma del frutto; anche il nome specifico, che deriva dal latino 'siliqua', si
riferisce alla forma allungata del legume. Il nome comune è 'albero di
Giuda'; tale nome è probabilmente una storpiatura di 'albero della Giudea'
(regione in cui era molto diffuso); secondo la tradizione popolare, Giuda
si sarebbe impiccato su quest'albero. Forma biologica: fanerofita scaposa.
Periodo di fioritura: marzo-aprile.
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