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più abbondante sui substrati marnoso-arenacei del Muggesano e lungo la
costa fino alla baia di Sistiana. Forma spesso arbusteti monodominanti su
suoli limoso-argillosi ricchi in scheletro, aridi d'estate, da subacidi a
neutri. I rami sottili venivano utilizzati per la costruzione delle 'friscelle',
cioè le forme per la ricotta ed il formaggio. Contiene un alcaloide
velenoso (citisina). Forma biologica: fanerofita cespitosa. Periodo di
fioritura: maggio-luglio.
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Base della foglia non simmetrica
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Base della foglia simmetrica
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Base delle foglie con 3 nervi principali divergenti. Frutto carnoso
Celtis australis L. subsp. australis
Il bagolaro è un albero submediterraneo originario dell'Europa
meridionale, Asia occidentale ed Africa settentrionale, di antica
introduzione ai limiti settentrionali dell'areale, oggi coltivato un po'
ovunque nei viali e nel verde urbano, ma presente in tutta Italia anche allo
stato subspontaneo in siepi e boschetti presso gli abitati (come spesso
avviene in Carso) al di sotto della fascia montana. La distribuzione
regionale si concentra nella parte meridionale del territorio. È una specie
frugale che si presta bene all'utilizzo per il rimboschimento di pendii
aridi; il fogliame è un ottimo foraggio ed è una pianta mellifera. È
ampiamente utilizzata nei parchi cittadini e nelle alberature stradali per la
rusticità, la resistenza all'inquinamento e la longevità, anche se il forte e
superficiale apparato radicale tende a rompere i marciapiedi ed il manto
stradale. Il legno, chiaro, molto resistente ed elastico, è impiegato in
falegnameria, per lavori al tornio ed è un ottimo combustibile. In alcune
aree del Mediterraneo con i noccioli delle drupe si costruivano rosari, da
cui il nome locale di 'albero dei rosari'. Altro nome con cui è noto è
'spaccasassi', perché ha un apparato radicale molto forte che gli permette
di radicare anche in terreni particolarmente sassosi. I frutti maturi sono
commestibili. Il nome generico era quello di un albero presso i Greci
antichi, quello specifico in latino significa 'meridionale'. Forma biologica:
fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
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Base della foglia con un solo nervo principale. Frutto
secco, alato
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Fiori e frutti su peduncoli lunghi sino a 2 cm. Frutti cigliati al margine
Ulmus laevis Pall.
L'olmo bianco, o olmo cigliato, è una specie tipicamente centro-europea:
il suo areale si estende dai Pirenei agli Urali, a nord arriva fino alla
Finlandia meridionale. In Italia è raro al Nord ed assente sull'Appennino,
e viene frequentemente coltivato in Italia centro-settentrionale. Cresce in
boschi umidi, dal livello del mare ai 600 m circa. Come gli altri olmi è
spesso governato a ceduo per la buona capacità pollonifera e per il fatto
che il tronco è raramente diritto e cilindrico. Negli ultimi decenni gli olmi
nostrani sono stati colpiti dalla grafiosi, causata dal fungo ascomicete
Ceratocystis ulmi
; il micelio, veicolato da coleotteri Scolitidi che scavano
gallerie tra il legno e la corteccia, provoca la chiusura dei vasi conduttori
e quindi l'essiccazione della pianta. Il nome generico era già in uso presso
i Romani; quello specifico significa 'liscio', come la pagina superiore
delle foglie; il termine italiano 'cigliato' allude alle ciglia circondanti l'ala
della samara, che ne agevolano il trasporto per mezzo del vento. Forma
biologica: fanerofita cespitosa/fanerofita scaposa. Periodo di fioritura:
marzo-aprile.
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Fiori e frutti subsessili. Frutti non cigliati al margine
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