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parte meridionale del territorio, con poche stazioni che raggiungono i
fondovalle del settore alpino; in Carso è diffusa e comune ovunque.
Cresce in vegetazioni ruderali lacunose, nelle vigne, lungo le strade, su
scarpate, in coltivi abbandonati, su suoli ricchi in composti azotati,
talvolta decalcificati, aridi d'estate, con optimum al di sotto della fascia
montana. I semi, lanciati da movimenti igroscopici, si attaccano al pelo
degli animali grazie alle lunghe reste spiralate, che permettono anche la
loro penetrazione nel suolo. Il nome generico in greco significa 'airone' ed
allude al frutto simile ad un lungo becco; il nome specifico allude alla
vaga somiglianza delle foglie con quelle della cicuta. Forma biologica:
terofita cespitosa/emicriptofita rosulata. Periodo di fioritura: aprile-
agosto.
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Foglie semplicemente pennate. Petali fusi tra loro
Verbena officinalis L.
Specie eurasiatica divenuta oggi subcosmopolita, molto comune in tutta
Italia. Nella nostra regione è molto comune dalla costa alla fascia
montana inferiore ma più rara nelle Alpi; in Carso è comunissima
ovunque. Cresce in vegetazioni ruderali lacunose, nelle discariche, lungo
margini stradali, su muri, lastricati, aiuole, giardini, su suoli limoso-
argillosi abbastanza freschi e ricchi in composti azotati, dal livello del
mare alla fascia montana inferiore. Nell'antichità era pregiata come pianta
medicamentosa. Il nome generico, di etimologia incerta, era il nome
classico romano per le 'piante d'altare' in generale; il nome specifico
deriva dal latino 'officina' (officina, farmacia), per le presunte proprietà
curative. Forma biologica: emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura:
maggio-agosto.
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Foglie fortemente odorose. Capolini disposti in infiorescenze allungate, più stretti di 5
mm
Ambrosia artemisiifolia L.
Specie di origine nordamericana, presente come avventizia, con ampie
lacune, nelle regioni dell'Italia continentale, in cui sembra essere stata
introdotta nel secondo dopoguerra. La distribuzione regionale si estende
dal Carso e dalle coste friulane sino ai fondovalle del settore alpino
meridionale; in Carso è divenuta frequentissima negli ultimi decenni. È
una pianta pioniera effimera favorita da ghiaie superficiali, che si instaura
su terreni smossi nei cantieri e lungo le strade; colonizza anche i greti dei
torrenti, dal livello del mare sino alla fascia montana inferiore. È una
delle più pericolose piante allergeniche: ogni esemplare può produrre più
di un miliardo di granuli pollinici. Il nome generico è quello del cibo
degli dei nella mitologia classica, anche se le specie di questo genere non
sono commestibili; il nome specifico allude alla somiglianza delle foglie
con quelle di alcune specie di
Artemisia
. Forma biologica: terofita
scaposa. Periodo di fioritura: luglio-settembre.
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Foglie non odorose. Capolini non disposti in racemi
allungati, più larghi di 5 mm
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Fiori violetti
Scabiosa triandra L.
Specie dell'Europa meridionale diffusa in tutte le regioni d'Italia. La
distribuzione regionale si estende dalle coste sino ai fondovalle del settore
alpino, con lacune nei distretti prealpino ed alpino; in Carso è
comunissima ovunque. Cresce in vegetazioni erbacee seminaturali da cui
passa a stazioni disturbate lungo le vie e presso gli abitati, su suoli più o
meno argillosi, solitamente carbonatici, subaridi d'estate, dal livello del
mare sino alla fascia montana inferiore. Il nome generico deriva
dall'antico uso contro la scabbia. Forma biologica: emicriptofita scaposa.
Periodo di fioritura: giugno-settembre.